Vogliamo parlare della bontà de “su procceddu a schidoni” o de “su pilloi de taccua”. O magari di una bella "panada" con anguille. Per non parlare poi del “casu marzu” che con il vino rosso scende a più non posso. Ma non ditelo alla Sardegna che, dati alla mano, è la regione italiana (insieme all’Emilia Romagna) ad avere il primato (triste) nella speciale classifica del tanto temuto “colesterolo cattivo”. Insomma i sardi sono gli italiani con il più alto tasso di colesterolo nel sangue. Alla faccia della panada con anguille e del cinghiale in umido con capperi e olive.

Il dato è emerso da uno studio effettuato dall’Istituto superiore di sanità che, con l’aiuto dell’Anmco-Heart Care (associazione medici cardiologi), ha effettuato un approfondito studio monitorando le abitudini alimentari di tutti gli italiani, sardi in primis.

Record di colesterolo in Sardegna

Analizzando i dati pubblicati dagli studiosi si arriva alla conclusione che, se l’indagine fosse stata effettuata soltanto sulla popolazione maschile della Sardegna, l’Isola sarebbe al primo posto con una media di 238milligrammi per decilitro di colesterolonel sangue. In Emilia Romagna si fermano infatti a 237. Non è sicuramente comunque un record di cui vantarsi. Basta pensare che ad eccezione degli emiliani, che si piazzano praticamente alla pari con la Sardegna, le altre regioni non superano i 200 milligrammi di colesterolo per decilitro.

Insomma il buon cibo e le esagerazioni purtroppo si pagano.

Parola agli esperti

“Il controllo della condizione a rischio dovuta dal colesterolo – sottolinea all’agenzia Adnkronos, Simona Giampaoli, dell’Istituto superiore di sanità – è certamente migliorato in questi ultimi anni. Da dieci anni a questa parte – assicura – il 24 per cento degli uomini e il 17 per cento delle donne displidemiche sono controllate regolarmente con la terapia farmacologica.

Però purtroppo – conclude il medico – il 40 per cento della popolazione a cui è stata riscontrata una ipercolesterolemia non sa di avere tale condizione, per questo motivo è molto importante fare tanta prevenzione”. Insomma bisogna stare più attenti a cosa si mangia a tavola.