La scienza medica negli ultimi decenni ha compiuto sempre più passi in avanti. Il settore della medicina maggiormente attivo nel campo della ricerca è la genomica, che si occupa dello studio del genoma degli organismi viventi. In particolare buone notizie arrivano da un recente studio per quanto riguarda il contrasto dei segnali che portano all'invecchiamento delle cellule.

Ricerca: le molecole per contrastare l'invecchiamento cellulare

La ricerca è stata condotta dall'Ifom, ovvero dall'istituto FIRC di Oncologia molecolare. I ricercatori sono riusciti ad individuare una specifica classe di molecole, che sono in grado di bloccare i segnali che accompagnano l'invecchiamento cellulare.

La senescenza delle cellule del nostro organismo è un processo molto complesso che è determinato dal deterioramento dei telomeri. I telomeri, che rappresentano la porzione terminale di un cromosoma, svolgono la funzione fondamentale di proteggere il cromosoma stesso dal deterioramento. I telomeri col passare del tempo cominciano ad accorciarsi ogni qualvolta il Dna della cellula si replica per riprodursi. In ogni caso si danneggiano nel tempo anche in assenza di divisioni. I danni ai telomeri, che possono compromettere la stabilità del nostro Dna, vengono segnalati dalla cellula con l'attivazione di un'allarme molecolare che inibisce la proliferazione della cellula danneggiata. Tale cellula danneggiata subisce un processo di invecchiamento, pertanto non può più replicarsi né svolgere efficacemente le sue funzioni.

La ricerca ha preso le mosse da uno studio precedente condotto dal ricercatore Fabrizio D'Adda di Fagagna. Lo studioso ha individuato una classe di RNA denominata DDRNA, ovvero DNA Damage Response DNA, che svolge un ruolo molto importante in quanto preserva l'integrità del genoma. In sostanza è proprio il DDRNA, che attiva l'allarme sui telomeri, a causare l'invecchiamento della cellula.

I ricercatori per contrastarne l'attività hanno sviluppato una sorta di "nuova batteria di molecole antisenso complementari agli RNA che si formano all'estremità dei cromosomi". Tali molecole antisenso sono in grado di silenziare l'attività dei DDRNA e quindi contrastano il processo di senescenza delle cellule.

L'obiettivo di fondo della ricerca è comprendere in che modo queste molecole antisenso possano prevenire l'invecchiamento cellulare nelle patologie che comportano il danneggiamento dei telomeri, quali ad esempio il diabete, la cataratta, l'osteoporsosi, la fibrosi polmonare, l'artrite e la cirrosi epatica. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.