Medicinale generico o equivalente: il primo aggettivo risale al 1995, modificato col secondo nel 2005; la definizione indica un, appunto, equivalente rispetto ad un primo, del quale è scaduto il brevetto. A livello legislativo in Italia lo ufficializza l'articolo 1, comma 3 del decreto-legge n. 323 del 20/6/1996, convertito dalla legge n. 425/1996 e, davanti al bancone del farmacista, si traduce in un costo ridotto almeno del 20% a fronte dell'originale: un buon vantaggio per il cliente, considerando anche che la gamma va a coprire quasi tutte le classi, dagli antinfiammatori agli antibiotici e antidolorifici.

La - ormai ridotta - diffidenza si può ricondurre ad una sorta di "affezione" alla prima marca, più legata all'abitudine, all'aspetto, che ai reali effetti, e ad una scarsa promozione da parte di una fetta di medici e farmacisti, poco inclini a informare i pazienti di questa alternativa. Ci sono, invece, studi che garantiscono la pari efficacia; peraltro, nel diritto UE, vige il principio Home Country Control, che riconosce i risultati di bioequivalenza ottenuti negli altri Paesi UE; in altre parole, se ricerche italiane garantiscono un prodotto, potrà considerarsi accertato anche, ad esempio, in Grecia, e viceversa.

Il consumo in Italia

I dati di consumo 2017 di farmaci generici in Italia è ancora parziale; quelli del 2016 rilevavano una diversificazione geografica: più alti al Nord 834,4% del mercato a volumi), più bassi al Sud (20,2% a volumi).

I numeri del 2017, fino ad ora, confermano il trend di incremento nell'utilizzo, secondo il report semestrale del Centro Studi Assogenerici. Come individuarli? In primo luogo, basta chiedere al farmacista; in seconda battuta, una ricerca molto semplice sul web sciorina liste precise, per cui anche un mal di testa si può alleviare non solo fisicamente, ma anche economicamente.

Con la fine del 2017 sedici brevetti scadranno, altri seguiranno la stessa sorte nel 2018 e 2019. Un'informazione trasparente aiuta e, secondo disposizione del ministero della Salute, questo deve valere anche per i farmaci commercializzabili senza obbligo di ricetta che, nei punti vendita, devono avere prezzi esposti al pubblico in maniera chiara ed evidente.

In sostanza: non ci sia timore di chiedere: è un diritto di chi acquista - soprattutto nel caso di persone malate - ricevere tutte le delucidazioni per avere in mano un prodotto che, a parità di efficacia, sia il più conveniente.