Il prurito cronico è una condizione estremante fastidiosa e può condizionare la qualità di vita, allo stesso livello del dolore cronico. Può insorgere in presenza di varie patologie come dermatiti, nefropatie, linfomi, epatopatie e HIV. Non esistono terapie specifiche. Quelle attuali - come antistaminici per via sistemica e corticosteroidi topici - non sono mirate e non sempre ben tollerate, e possono solo attenuare i sintomi. Ora è in sperimentazione un nuovo farmaco, Serlopitant, un inibitore selettivo del recettore NK1 che agisce a livello della cute bloccando la trasmissione del segnale al cervello.
Bloccando così lo stimolo al prurito.
Studiato inizialmente per l’incontinenza urinaria
Serlopitant, conosciuto anche con la sigla VPD-737, è il primo farmaco sperimentale contro il prurito. Agisce bloccando selettivamente l’interazione del neuropeptide P con il suo recettore NK1 (Neurokinin 1 receptor). Proprio per questa specificità, inizialmente è stato studiato per il trattamento dell’incontinenza urinaria e della vescica iperattiva. Per questa indicazione non è risultato attivo mentre è stato osservato, già dai primi trattamenti, arrecare un notevole sollievo a chi soffriva di prurito cronico.
E’ iniziata così una sperimentazione clinica per questa nuova indicazione. A metà settembre, a Ginevra, in Svizzera, in occasione del 26th EADV (European Academy of Dermatology and Venerology), Menlo Therapeutics Inc.
ha presentato i risultati dello studio clinico di Fase 2 (TCP-101). Si tratta di uno studio che ha coinvolto 257 pazienti affetti da prurito cronico, indipendentemente dalle cause. Sono stati coinvolti pazienti che soffrivano di prurito associato principalmente a tre cause, prurigo nodularis, dermatite atopica e nefropatie croniche, ma anche pazienti con HIV, epatopatie e linfomi.
La buona notizia è che il sollievo dal prurito si ottiene già dopo le prime somministrazioni e questo, per un disturbo che può alterare profondamento l’equilibrio di un individuo, è molto importante. Altro aspetto da segnalare è la buona tollerabilità del nuovo farmaco che, anche da questo punto di vista, lo farebbero preferire ai farmaci tradizionali come antistaminici e corticosteroidi.
Se i successivi studi clinici avranno esisto positivo, entro pochi anni Serlopitant potrebbe essere sul mercato. E i pazienti interessati sono tanti.
Un disturbo molto diffuso
Sebbene inizialmente scoperto da Merck, il nuovo farmaco ora viene sviluppato da una biotech californiana, Menlo Therapeutics Inc. Nello studio clinico il farmaco è stato somministrato ai dosaggi sperimentali di 0,25mg, 1mg e 5 mg al giorno, per bocca, per sei settimane. Scartando il dosaggio più basso, poco efficace, il farmaco è risultato attivo già a partire dal terzo giorno, quasi dimezzando la sensazione di prurito, misurato con un’apposita scala di valori, detta VAS (visual analog scale).
Oltre allo studio precedente (TCP-101), un secondo studio (TCP-102), su 127 pazienti, è stato condotto in Germania, in 15 siti, su pazienti afflitti da prurito nodulare.
In questo caso la somministrazione è stata di 5 mg al giorno e il trattamento è stato protratto per 8 settimane. In entrambi gli studi, serlopitant è risultato ben tollerato.
Il potenziale bacino dei pazienti interessati ad un farmaco di questo tipo è enorme. Basti pensare che circa la metà delle patologie infiammatorie è caratterizzata da prurito cronico, oltre alle altre patologie, accennati in precedenza. E quando sarà in commercio, c’è da starne certi, il prezzo non sarà alla portata di tutti. Però, pur di poter attenuare questo fastidio - spesso associato a perdita di sonno, ansia, depressione, fino ad arrivare a propositi estremi come il suicidio - i pazienti saranno disposti ad affrontare qualsiasi sacrificio pur di migliorare la loro condizione. Ovviamente, c’è sempre l’auspicio che diventi rimborsabile dal Sistema Sanitario.