È scattata poche ore fa l'ennesima allerta alimentare. A comunicarlo è stato il RASFF, il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi dell'Unione Europea. E questa volta riguarda direttamente l'Italia e l'alimento principe delle nostre tavole, la pasta e in particolare gli spaghetti. Alcuni lotti di spaghetti prodotti e commercializzati nel nostro Paese, ma anche in Irlanda, conterrebbero un'elevata concentrazione di particelle di alluminio. Il pericolo è reale, in quanto le confezioni incriminate potrebbero essere già presenti nelle case di noi consumatori.
I motivi della contaminazione
Il problema è che a causa dell'attività umana e del conseguente inquinamento atmosferico l'alluminio è diventato un elemento, per così dire, ubiquitario. Di conseguenza, in piccole quantità è presente in tutti gli alimenti e le piante. E, se rimane in queste piccole concentrazioni non crea danni alla Salute. Però con il passare del tempo la concentrazione nell'organismo, se si è esposti regolarmente alla contaminazione, potrebbe aumentare. In quel caso il pericolo per la salute umana sarebbe reale, in quanto l'alluminio tende ad accumularsi nei tessuti.
L'alluminio viene utilizzato come ingrediente fondamentale di diversi additivi alimentari utilizzati, sopratutto, nella produzione di sottaceti, sottilette e nel lievito chimico.
Di conseguenza, il suo utilizzo nell'industria agroalimentare è estremamente regolamentato. Anche se il suo utilizzo è stato spesso oggetto di discussione a livello di sicurezza alimentare. È del 2005 uno studio di un gruppo di scienziati indipendenti conosciuti come Department of Planet Earth che ne ha proposto l'esclusione dall'elenco degli additivi GRAS, cioè la lista di elementi generalmente considerati sicuri.
Altri studi avrebbero dimostrato una correlazione diretta tra contaminazione da alluminio e malattia di Alzheimer, ma bisogna aggiungere che i risultati su cui si basano queste ricerche non sarebbero statisticamente significative.
La situazione in Italia
Come dicevamo i lotti di spaghetti sarebbero stati commercializzati in Italia e Irlanda, e per questo le normative europee impongono la segnalazione al Rasff.
Ma in Italia ancora non è dato sapere quali siano le marche di spaghetti interessate dalla contaminazione perché nessuna comunicazione ufficiale è ancora stata diffusa. Questo sia da parte del Ministero della Salute né da parte delle catene di supermercati della GDO implicate, come fa notare Giovanni D'Agata dello Sportello dei Diritti. Comunque, anche se nessuna comunicazione è stata data ufficialmente questo non vuol dire che il pericolo non sia grave. È quindi consigliata prudenza nell'acquisto e nell'utilizzo.