Per anni ci è stato continuamente detto che le Emozioni negative sono dannose per il nostro benessere psico-fisico, oggi la scienza mostra come in realtà esse rappresentino una potenziale forma di adattamento individuale. Emozioni quali rabbia e tristezza sembrano addirittura fondamentali per il nostro benessere psicologico.
Accettare le emozioni negative
Un primo esempio è rappresentato dalla tristezza che sembra aiutare in maniera considerevole la memoria, aumentare la spinta motivazionale fino a rappresentare un punto cruciale per l'empatia. La tristezza dà senso al nostro percorso, al nostro vissuto e ai nostri comportamenti e azioni.
La rabbia, invece, se ben gestita, ha il compito di difesa. Le emozioni negative non vanno ignorate, non vanno ricacciate dentro noi. Esse devono essere accolte e accuratamente ascoltate, in quanto designano un processo lento e graduale di rinascita interiore.
É assolutamente sbagliato camuffare un'emozione negativa con un finto sorriso o addirittura cercare di trovare il lato positivo in una tragedia. Rinascere significa soffrire, capire gli eventi, ascoltare il nostro Io interiore. In realtà, e può sembrare paradossale, il dolore rappresenta qualcosa da cui possiamo trarre immensi benefici: è una continua riscoperta della nostra profondità, di noi stessi. La sofferenza è vitale come il cibo, in quanto i momenti di buio ci aiutano a rispondere adattivamente alle varie esigenze che si presentano nel corso degli anni.
É inutile indossare una maschera di finto positivismo: tutti falliamo, siamo frustrati, riceviamo rifiuti o delusioni. La chiave è nel trovare il nostro equilibrio: ascoltare attentamente le emozioni senza lasciarci sopraffare. A questo proposito è importante citare il concetto di crescita post-traumatica: abbiamo costantemente bisogno di rinnovare noi stessi e più la nostra fragilità si manifesta facendoci vacillare quanto più possiamo inseguire nuovi obiettivi e nuove opportunità.
La cultura della banalità
Viviamo nella cultura del pensiero positivo e il concetto di felicità perpetua ha impoverito gradualmente una parte di noi, addirittura banalizzandola.
Dopo eventi tragici o perdite sconvolgenti possiamo accuratamente riconsiderare i nostri pensieri e i nostri comportamenti proprio per farci fuggire dalla banalità inevitabile di determinati pensieri. La sofferenza ha lo specifico e peculiare compito di riprogrammare il nostro Io. Inoltre, è una ventata di creatività: ci dà la possibilità di crearci nuovamente in modo autentico attraverso un vissuto unico e irripetibile.