Una decisione destinata a sollevare accesi dibattiti tra gli studiosi. L’Oms ha classificato ‘il disordine sessuale compulsivo’ come problema mentale. L’aggiornamento dell’International Classification of Diseases (ICD 11), che entrerà ufficialmente in vigore dal 2022, ha destato non poche perplessità tra gli esperti. Nello specifico è stato rilevato che le evidenze scientifiche non sono ancora sufficienti a supportare la decisione. Per l’Organizzazione mondiale della sanità il disordine compulsivo è caratterizzato da uno schema di fallimenti nel controllare impulsi intensi che sfociano in comportamenti intimi ripetuti.
In buona sostanza in questi soggetti le attività riconducibili alla sfera sessuale diventano centrali al punto da mettere in secondo piano qualsiasi altro aspetto della vita. Il disturbo mentale può, in alcuni casi, determinare problematiche rilevanti con persone che potrebbero arrivare a trascurare del tutto la Salute, la cura personale oltre che altre importanti attività.
Il disturbo deve durare da almeno sei mesi
Problematiche che potrebbero acuirsi con il tempo per l’incapacità di frenare i propri istinti “nonostante le conseguenze avverse o un azzeramento della soddisfazione”. Da sottolineare che per parlare di dipendenza vera e propria il disturbo deve durare almeno sei mesi e deve essere supportato da una puntuale diagnosi medica.
A tal riguardo la dottoressa Valerie Voon, del Royal College of Psychiatrists, ha riferito che tra il 2 e il 4% della popolazione del Regno Unito soffre di comportamenti compulsivi legati alla sfera intima mentre negli Stati Uniti la percentuale sale fino al 6% degli adulti. "E' un passo eccellente per i pazienti in quanto consente loro di comprendere che hanno un problema".
La decisione dell’Oms non ha riscosso consensi unanimi tra gli studiosi del settore.
I rilievi degli esperti: 'Nessuna evidenza empirica'
In realtà non sono mancati rilevi piuttosto critici da parte degli esperti in materia. In particolare l’American Association of Sexuality Educators ha puntualizzato che non è stata riscontrata una sufficiente evidenza empirica “che supporti la classificazione della dipendenza come disordine mentale”.
Posizione diametralmente opposta quella della dottoressa Ammanda Major che ha elogiato l’Oms e sottolineato che il disturbo ha spesso un impatto negativo anche sul Benessere del partner e delle famiglie.