Gli effetti di una dieta comprendente almeno il 10% di alimenti ultra-processati, sono stati valutati per un periodo di 7 anni, su oltre 44 mila cittadini francesi ultra 45enni. Considerando tutte le possibili variabili, come sesso, stili di vita, razza e altri parametri, una dieta di questo tipo è stata associata ad un incremento del 14% del rischio di morte precoce, indipendentemente dalla causa.

Ultra-processati secondo la classificazione NOVA

Dal 2016, per i prodotti alimentari è stata introdotta una classificazione detta NOVA. Fu un lavoro a cui avevano partecipato molti autori e pubblicato su World Nutrition, primo autore Carlos A.

Monteiro. Si tratta di una classificazione degli alimenti in base al loro processo di trasformazione. NOVA classifica tutti gli alimenti in 4 gruppi, dal primo, che comprende cibi naturali o poco manipolati, al quarto gruppo dove ci sono cibi ultra-processati.

Al gruppo 1 ci sono prodotti naturali tal quale o poco processati, come frutta, verdure, cereali, funghi, uova, latte, ecc. Al gruppo 2 appartengono alimenti del gruppo precedente sottoposti a processi come la pressatura, la raffinazione, macinazione, fresatura e atomizzazione. Ad esempio zuppe, minestre, vino, succhi, conserve, dessert, ecc. Al gruppo 3 ci sono gli alimenti dei gruppi precedenti che hanno subito una trasformazione, con l’aggiunta di zucchero, olio, sale.

Ad esempio, gli alimenti in scatola o in bottiglia.

Oppure prodotti sciroppati o addizionati di antiossidanti o conservanti, essiccati, salati. Rientrano anche in questa categoria alimenti come formaggi e pane.

Al quarto gruppo appartengono alimenti ultra-processati e bibite ultra-elaborate. Normalmente si tratta di alimenti industriali formulati con cinque o più ingredienti.

In questi alimenti si trovano prodotti come caseina, lattosio, siero di latte, glutine, oli idrogenati, margarina, malto-destrina, esaltatori di sapidità, coloranti, emulsionanti, ecc. Rientrano in questa categoria merendine, pizze, hamburger, gelati confezionati, e così via.

Ancora conferme sulla loro pericolosità

Negli ultimi decenni le abitudini alimentari, soprattutto dei Paesi più industrializzati, stanno mutando a favore di cibi industriali.

Il fenomeno interessa il 61% dei cittadini adulti americani, il 62% dei cittadini canadesi e il 63% dei cittadini inglesi.

I cosiddetti “cibi spazzatura” o “cibi ultra-processati” sono alimenti dannosi per la Salute in quanto favoriscono l’obesità, l’ipertensione e l’insorgenza di tumori come dimostrato da molti studi. Adesso una nuova conferma arriva da uno studio appena pubblicato su JAMA Intern. Med.

Una coorte di 44.551 (di cui 73.1% donne) di cittadini francesi di età uguale o superiore a 45 anni (età media 57 anni), con una dieta basata su almeno un 10% di cibi ultra-processati, seguiti per 7 anni (maggio 2009 – dicembre 2017), e tenendo conto di tutte le possibili variabili come sesso, peso, razza, stile di vita, ecc., ha avuto un rischio di mortalità maggior del 14%.

Lo studio ha anche valutato il tipo di popolazione più propenso a consumare cibi ultra-processati. Persone più giovane (45-64 anni), con redditi più bassi, e basso livello di istruzione, single, con elevato Indice di Massa Corporea (IMC) e limitata attività fisica. Nei 5 anni di osservazione 602 partecipanti sono deceduti (1.4%).

Tutti gli studi di questo tipo non rivelano certezze bensì indicano delle tendenze. Anche in questo caso i risultati emersi da questa importante indagine aggiungono ai ben noti consigli sul corretto stile di vita, attività fisica e niente fumo, anche un invito ad evitare cibi particolarmente elaborati, preparati industrialmente e ricchi di conservanti e additivi. Perché, a lungo andare, possono rappresentare una seria minaccia per la nostra salute.