Che i valloni fossero dei guerrieri indomabili era risaputo, ma dopo la 101ma edizione del Giro delle Fiandre, Philippe Gilbert ha ampiamente confermato la tradizione. Il campione belga è andato a conquistare la prestigiosa classica dopo una corsa volta totalmente all'attacco, andando in fuga sul Muur, e proseguendola in solitaria dal 55° chilometro dall'arrivo senza il minimo cedimento. La sfortuna ha tagliato le gambe a Boonen prima per un guasto meccanico costringendolo a ripetuti cambi di bicicletta, e successivamente a Sagan a causa di un probabile errore che lo ha fatto cadere rovinosamente a terra, togliendogli ogni possibilità di rientrare nei giochi per la classifica finale.
La prima fuga. La corsa si accende fin dalle prime battute, e nei primi chilometri dopo la partenza, sono otto i corridori che cercano di staccarsi dal gruppone. Tra loro ci sono Julien Duval dell'Ag2r, Oliviero Troia Uae Emirates, e Julienne Morice della Direct energie. Il gruppo controlla e lascia fare, tanto che i battistrada arrivano a guadagnare fino a 11 minuti. Successivamente è il Team Bmc a forzare l'andatura permettendo al gruppo di limitare il distacco dai fuggitivi in vista dei preoccupanti muri nei tratti in pavè. Nella fase centrale della gara, diversi corridori del gruppo provano a fare la differenza ma senza riuscire ad andarsene.
Gli ultimi 100 Km di fuoco. La classica esplode a poco meno di 100 chilometri dall'arrivo; La Quick Step Floors va all'attacco sul leggendario Muur.
Matteo Trentin si mette alla testa del trio della squadra belga, e immediatamente alla sua ruota seguono Boonen e Philippe Gilbert. L'azione dei tre riesce a creare delle spaccature in seno al gruppo, e insieme a loro si staccano Maciej Bodnar della Bora Hansgrohe, Gianni Moscon del Team Sky, Sacha Modolo della Uae Fly Emirates, Sep Vandermarck della Cannondale Drapac, Silvayn Chevanel Direct Energie, e Kristoff della Katusha Alpecin.
Sorpresi dall'attacco nonostante le prime schermaglie evidenti, Peter Sagan e Greg Van Avermaet. Gli attaccanti si lanciano all'inseguimento dei fuggitivi della prima ora riuscendo a guadagnare sul resto del gruppo ricompattato, circa un minuto.
L'attacco di Philippe Gilbert. A 54 chilometri dal traguardo, è Philippe Gilbert a lanciare l'attacco vincente dalla distanza.
Dopo aver ripreso il gruppetto dei fuggitivi, gli attaccanti arrivano sul Kwaremont. Qui il vallone impone una mostruosa accelerata che lo porta a guadagnare metro dopo metro, secondi preziosi con i quali riesce a staccare gli avversari. Nel frattempo i favoriti della vigilia Van Avermaet e Sagan, riprendono il gruppetto capeggiato da Boonen al passaggio sul Paterbeberg, ma i 40 secondi che li distanziano da Gilbert cominciano a diventare pesanti; tanto che superano il minuto sul Koppenberg. Sul Taajenberg Boonen è costretto alla resa a causa di problemi meccanici che lo portano a cambiare più volte bicicletta, mentre Sagan rompe gli indugi e prova ad affondare il colpo.
La caduta di Sagan. Con Sagan attaccano anche Van Avermaet e Oliver Naesen (Ag2r), ma l'irresistibile azione del campione nazionale belga, mantiene il gap attorno al minuto.
Il campione del mondo in carica tenta allora il tutto per tutto spingendo al massimo; Naesen e Van Avermaet tengono la sua ruota, ma lo slovacco nel tentativo di evitare le asperità del fondo stradale aggancia la transenna a bordo strada rovinando a terra insieme ai suoi inseguitori. A quel punto Gilbert prende maggior coraggio e spinge al massimo pescando dalle esigue energie rimaste, mentre alle sue spalle si rialza Van Avermaet che insieme a Van Baarle e a Terpstra compagno di squadra proprio di Gilbert, riprendono l'inseguimento. Stringendo i denti e soffrendo non poco, Gilbert contiene la gioia che letteralmente esplode sul traguardo dove il belga scende dalla sua bicicletta e la alza al cielo. Una vittoria epica per il vallone. Dietro di lui, le piazze d'onore sono per Van Avermaet secondo e Niki Terpstra al terzo posto.