Continua la maledizione chiamata San Antonio Spurs per i Memphis Grizzlies, eliminati per la quarta volta in cinque sfide di Playoff dalla franchigia texana. L’unica vittoria per la formazione del Tennessee è datata addirittura 2011.
Continuano invece a dimostrarsi quasi infallibili i ragazzi di coach Gregg Popovich, guidati dall’ormai solidissimo Kawhi Leonard (29 punti a referto con 9 rimbalzi, in una serie da oltre 31 di media con il 55% dal campo e una percentuale di quasi 97% dalla linea della carità) e dal risorto Tony Parker (27 punti con 11/14 dal campo, mai così bene al tiro in carriera nella post-season).
Il tabellone, a fine partita, reciterà 103-96 in favore degli ospiti.
Gli Spurs decidono la partita nel finale
Gara-6 vede 9 cambi di leadership e ben 16 parità, con un vantaggio massimo di +10 accumulato dai Grizzlies nella terza frazione.
L’equilibrio però è stato spezzato da un parziale di 22-8, ovviamente propiziato da 8 punti consecutivi di Leonard, avvenuto nella seconda metà del quarto conclusivo.
Non solo Leonard e Parker per gli Spurs
Non sono solamente i due giocatori citati in precedenza a decidere l’incontro, ma è preziosissimo anche il contributo di LaMarcus Aldridge (doppia-doppia da 17 punti e 12 rimbalzi), oltre alla doppia cifra maturata da Patty Mills dalla panchina.
Arriva il capolinea per i Grizzlies
Finisce la corsa all’anello di campione NBA per Memphis, costretta ad alzare bandiera bianca soprattutto per l’incapacità di mostrarsi più forte di San Antonio nei minuti finali.
Basti pensare che in Gara-6 i Grizzlies hanno tirato con meno del 31% dal campo nel quarto quarto.
Ancora una volta non sono bastati i 26 punti di Mike Conley (capace di chiudere la serie con una striscia di 5 partite consecutive da almeno 20 punti segnati, senza contare i 25 e 7 assist di media con quasi il 45% da oltre l’arco dei tre punti) ed un quintetto iniziale capace di andare per la sua interezza in doppia cifra (da segnalare i 18 di Marc Gasol e i 13+11 rimbalzi di Zach Randolph).
Toronto fa e disfa, ma alla fine conquista la qualificazione
Altra Gara-6 in programma nella notte era quella tra i Milwaukee Bucks ed i Toronto Raptors, con match-point a favore di quest’ultimi.
Il sesto atto della serie sembrava già abbondantemente in ghiaccio a poco più di 5 minuti dal termine del terzo periodo, quando gli ospiti si ritrovavano sul +25.
Però la bellezza o la crudeltà di questo sport è proprio l’incredibile patos che lascia ad ogni partita. Infatti, guidata dal mai domo Giannis Antetokounmpo, i Bucks mettono in campo un contro parziale di 34-7. Dunque coach Casey deve ricorrere ad un quintetto di tiratori, bramosi di rifarsi dallo smacco della rimonta subita. Probabilmente la fatica dell’incredibile rimonta ed il problema della panchina non lunghissima, permette ai Raptors di allungare in modo decisivo negli ultimi 3 minuti.
Il finale recita 92-89 in favore degli ospiti.
Bucks: non basta solamente Antetokounmpo
Il “Greek Freak” non è riuscito nell’impresa di regalare ai tifosi di Milwaukee una speranza chiamata Gara-7, ma ha già lasciato un ricordo indelebile nella post-season NBA.
Antetokounmpo chiude la stagione con 34 punti e 9 rimbalzi, diventando il primo giocatore dei Bucks a far registrare due partite consecutive da almeno 30 punti in oltre un decennio, pagando forse anche il prezzo di 47 minuti sul parquet.
Raptors: che paura quella rimonta!
Sicuramente uno dei punti sui cui dovrà lavorare coach Casey sarà quello mentale, per evitare un altro blackout come quello subito in Gara-6.
Nota invece super positiva per i canadesi sono i 32 punti segnati da DeMar DeRozan, che ora dovrà prepararsi ad una sfida con LeBron James.
Ora per Toronto c’è da preparare i bagagli e trasferirsi a Cleveland, luogo della prossima sfida Playoff.