Il primo maggio 1994 se ne andava Ayrton Senna da Silva. La più grande passione della sua vita è stata la stessa che gli ha dato la Morte in quella maledetta curva del Tamburello. Una volta aveva detto: “Correre per me è un modo di ridere, di piangere, di andare oltre le mie emozioni”. Le stesse che regalava ai suoi fan ogni volta che andava in pista. Senna è stato un pilota di razza, spettacolare: mordeva ogni curva alle caviglie senza risparmiarsi mai. E’ stato un “mago della pioggia”: sul bagnato non ce n'era per nessuno.
Il ricordo di Senna a 23 anni dalla morte
Ed ora, a 23 anni dalla dalla sua scomparsa, per ricordarlo è stato aperto al pubblico l'autodromo di Imola, dove è stato messo in mostra anche il leggendario kart numero 17 che ha dato il là alla sua cavalcata trionfale nel mondo dell'automobilismo. Alle 16:30 sulla terrazza del museo Checco Costa, Giancarlo Minardi, l’ex pilota, Gianluigi Martini, e il direttore di Autosprint, Andrea Cordovani, racconteranno le sue gesta, ripercorrendo la sua carriera, grazie agli scatti del fotografo Angelo Orsi.
Quel tragico weekend al Gp di San Marino: la morte di Senna e Ratzenberger
Il Gran Premio di San Marino del 94’ è ricordato come uno tra quelli con il più alto numero di incidenti mortali della storia della Formula 1.
Durante le prove del venerdì c'era stato il ferimento di Rubens Barrichello, mentre il giorno dopo aveva perso la vita Ronald Ratzenberger. Si era anche pensato di non correrlo quel gran premio maledetto. E invece la gara ci fu e le conseguenze per Senna furono irreparabili. Durante il settimo giro, a causa della rottura del piantone dello sterzo, la Williams di Senna va dritta alla curva del Tamburello e si schianta contro le recinzioni.
Uno scontro frontale avvenuto a 210 km orari. Nell'impatto una sospensione si spezza, portando con sé una gomma. Questa colpisce Senna alla testa, provocandogli un gravissimo trauma cranico, mentre il braccio della sospensione trafigge il cervello del pilota brasiliano, procurandogli lesioni di incalcolabile entità. La gravità dell'incidente è subito chiara e i giudici di gara mostrano immediatamente la bandiera rossa.
Incertezza e paura trasudano dalle immagini, nelle quali si vede un preoccupato Gerard Berger, ex compagno di Senna in McLaren, che chiede informazioni sulle condizioni di Ayrton. I soccorsi sono rapidissimi, ma non riescono ad evitare l'esito fatale. Senna muore poche ore dopo all'ospedale di Bologna. Cosa pensate della carriera di Ayton Senna? Secondo voi, le misure di sicurezza attualmente presenti in Formula 1 sono sufficienti a garantire l'incolumità dei piloti o si potrebbe fare di più? Fatecelo sapere nei commenti.
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