Andrè Greipel si è rifatto dalla delusione di ieri, quando i velocisti erano stati messi nel sacco da Lukas Postlberger nella prima tappa di questo Giro d'Italia. L’attesa sfida per la maglia rosa tra il tedescone e i nuovi talenti emergenti Ewan e Gaviria è stata spostata solo di 24 ore, e il capitano della Lotto Soudal l’ha fatta sua con grande autorevolezza. La seconda tappa del Giro d'Italia è stata lenta e senza note di cronaca particolari, anche se il Team Bahrain Merida di Nibali ha tirato a fondo nell’ultima discesa dal Gpm di Genna Sillana.

Giro d'Italia, Teklehaimanot in azzurro

La corsa è iniziata da Olbia trovando subito un gruppetto di attaccanti, composto più o meno dalle stesse squadre di ieri, le formazioni di secondo piano più interessate ad animare le fasi iniziali e centrali. Koshevoy (Wilier), Shalunov (Gazprom), Andreetta (Bardiani), Teklehaimanot (Dimension Data) e Owsian (CCC). Complice il vento contrario e un percorso ricco di saliscendi, la media oraria è rimasta molto bassa. Teklehaimanot ha conquistato i Gpm, riuscendo così a strappare la maglia azzurra a Benedetti, che con la rosa in mano al suo compagno Postlberger si è dovuto oggi impegnare in un nuovo ruolo, in testa al gruppo a tirare. Il plotone non è mai stato impensierito dalla fuga, e nonostante un ritmo non troppo animato, subito dopo il Gpm di Rocca Sillana gli ultimi attaccanti ancora al comando sono stati raggiunti.

Team Bahrain a tutta in discesa

La lunga discesa dai mille metri di Rocca Sillana ha visto il Team Bahrain Merida di Nibali portarsi davanti, prima in controllo e poi con un atteggiamento più aggressivo quando la strada ha cominciato a farsi più tecnica. Il gruppo si è allungato notevolmente, ma non ci sono stati veri e propri frazionamenti e quando si è tornati in pianura per gli ultimi 10 km la situazione si è subito calmata.

Zakarin (Katusha) ha subito una foratura in un momento molto critico, ma con l’aiuto di tutta la squadra è riuscito a rientrare proprio in extremis. La soluzione è stata allo sprint, senza Nizzolo (Trek), ancora a corto di condizione e staccato, e senza i due velocisti della Bora, Bennett e Pelucchi, anche loro rimasti attardati in salita.

I treni della Orica di Ewan e della Lotto di Greipel si sono fusi, mentre la Quickstep di Gaviria non ha trovato quella compattezza che ci si aspettava. Il finale è stato un bellissimo confronto testa a testa tra i velocisti più attesi, con Andrè Greipel che ha trovato spazio andando a sprigionare tutta la sua potenza, mentre un contatto tra Gaviria e Ewan ha fatto uscire lo scarpino dal pedale all’australiano, rimasto così tagliato fuori. Greipel è andato a vincere largamente, con grande autorevolezza, davanti a Roberto Ferrari (UAE), che ha preso il posto di Modolo, con Stuyven terzo davanti a Gaviria. Per Greipel, alla settima vittoria di tappa al Giro d’Italia, c’è anche la maglia rosa, la prima della sua carriera.