Ricordiamo lo sgomento di tutti, la scorsa estate, quando si apprese della notizia del trasferimento di Kevin Durant da Oklahoma City a Oakland. Ovviamente i tifosi dei Thunder lo etichettarono come un traditore, mentre i tifosi neutrali lo videro come uno dei soliti mercenari che andava a rimpolpare un roster già molto forte per cercare di vincere l’ambito anello di campione NBA. Invece stanotte l’ex OKC ci ha dimostrato che, di questa squadra, lui è il leader tanto quanto gli “Splash Brothers”.
Durant ha concluso Gara-3 con un bottino da 38 punti, conditi da 13 rimbalzi, con 15/26 al tiro e 4/8 da oltre l’arco dei tre punti, guidando i Golden State Warriors al successo per 102-91 sugli Utah Jazz.
Data la serata da “umani” di Stephen Curry e Klay Thompson, capaci di mandare a referto solamente 7 dei 29 tiri tentati con un inusuale 3/15 dalla lunga distanza, ci ha dovuto pensare Durant a spingere i Warriors sul 3-0 nella serie.
La cronaca della partita
Golden State, guidati ancora da Mike Brown viste le condizioni ancora critiche della schiena del povero coach Steve Kerr, parte forte come sempre e dopo il primo quarto sono già 10 le lunghezze di vantaggio.
La reazione dei Jazz stavolta è decisa e infatti, approfittando anche del terzo fallo fischiato a Draymond Green nel finale del primo tempo, piazzano un parziale di 12-5.
Rodney Hood segna la tripla che regala ai padroni di casa il primo vantaggio della serie e Utah chiude avanti di un punto i primi 24 minuti di gioco.
I padroni di casa riescono così a far fronte ad un primo tempo da già 22 punti e 6 rimbalzi di Kevin Durant.
Il vantaggio però si dilata ancora fino ad arrivare a misurare 9 lunghezze nel terzo periodo, ma Curry inizia a scaldarsi e spegne in fretta i bollenti spiriti dei tifosi.
Il numero 30 dei Warriors, che grazie alle tre triple segnate diventa l’ottavo miglior realizzatore di tiri pesanti nella NBA, lancia il parziale di 19-8 che permette agli ospiti di riprendersi la leadership della gara.
I Jazz però non mollano e sono ancora attaccati al punteggio in avvio di quarto decisivo, ma qui Golden State piazza un altro parziale di 10-4, frutto delle due triple segnate da Curry e Durant, per chiudere con un 102-91 il terzo atto della serie.
Non una Gara-3 da buttare per Utah
Ci sono sconfitte che fanno male e altre che invece sembrano più dolci.
Probabilmente quella dei Jazz è stata una sconfitta del secondo tipo, anche se ormai siamo alla terza in fila contro questi Warriors e sicuramente essere ad un passo dall'eliminazione non piacerà né alla squadra né ai tifosi.
Nonostante questo, è possibile vedere il bicchiere mezzo pieno in casa Jazz: infatti, per la prima volta in tre partite, sono riusciti a rimanere in partita sino ai minuti finali, riuscendo anche a conquistare il primo vantaggio nella serie (119 minuti dopo l’inizio di essa).
Punto negativo, invece, continuano ad essere le partenze lente che mettono in condizione poi di dover spendere molte energie per rientrare, il tutto frutto di un primo quarto da 17 punti con il 28.6% al tiro.
Purtroppo rimane sempre l’assenza pesante di George Hill, sostituito così così da un Shelvin Mack impreciso al tiro (3/11 dal campo).
Risposte positive invece continuano ad arrivare da Gordon Hayward (29 punti) e Rudy Gobert (21 punti e 15 rimbalzi).
Gara-4 si giocherà sempre tra le mura amiche della Vivint Smart Home Arena, con la sensazione che, se tutto andrà come nei capitoli precedenti, potrebbe essere anche l’ultima della stagione per i Jazz.