Nella notte italiana di ieri, l'irlandese Ryan Mullen (Team Trek Segafredo) ha vinto la cronometro individuale della Vuelta a San Juan, imponendosi su un percorso di quattordici km e battendo per una manciata di secondi (venticinque per l'esattezza) l'azzurro Filippo Ganna (Team UAE Emirates). Dopo le varie cerimonie post gara, Mullen è stato costretto ad abbandonare la compagnia per presenziare alla conferenza stampa, effettuare il test antidoping e svolgere tutta la trafila burocratica del post-gara.

Fin qui tutto normale, se non fosse che la squadra pare l'abbia lasciato "a piedi": di fatto era da solo, con la sua bici e senza la benché minima idea di dove fosse l'albergo al quale doveva far ritorno "autonomamente".

Ad allontanare ogni preoccupazione è arrivato un cittadino locale, appassionato di Ciclismo, che si trovava in zona proprio per assistere alla passaggio degli atleti; l'uomo si è gentilmente offerto di riaccompagnarlo e, giunto a destinazione, Ryan si è sentito in dovere di fare un gesto molto raro ed inusuale per i ciclisti, che solitamente non vanno oltre il passaggio di una borraccia, un selfie o un autografo: per sdebitarsi ha deciso di regalare la sua maglia di campione nazionale irlandese al figlio del suo "tifoso-salvatore", immortalando il tutto in una foto pubblicata sui suoi canali social. Certo, Ryan non sarà Leo Messi o Román Riquelme, senza ombra di dubbio più popolari a quelle latitudini, ma sicuramente da oggi ha guadagnato un nuovo super tifoso.

Volendo fare il punto della situazione della corsa, la classifica generale vede proprio Filippo Ganna, lì davanti a tutti, tallonato dal polacco Rafal Majka (Bora-Hansgrohe), secondo a cinque secondi e da Oscar Sevilla (Team Medellìn-Inder), veterano quarantunenne che al momento è terzo a undici secondi dall'azzurro; degno di nota è anche il decimo posto momentaneo di un altro italiano, Mattia Cattaneo (Androni Giocattoli-Sidermec), distanziato di quarantacinque secondi dal connazionale.

Tuttavia questa classifica è destinata a cambiare radicalmente, visto che il gruppo deve ancora affrontare l'unica tappa di montagna in questa edizione della Vuelta a San Juan, la quinta, in cui ci sarà da scalare l'Alto Colorado, unica ascesa "vera" prevista dal percorso, 600 metri di dislivello (da 1900 ai 2565 della vetta) da affrontare in quindici km. Una scalata non proibitiva, con una pendenza media del 4.4%, ma che verosimilmente ci presenterà il vincitore di questa corsa a tappe.