Il ritiro dalle corse non lo ha cambiato. Tutt'altro. Thomas Voeckler, amatissimo ex corridore francese ritiratosi al termine del Tour de France 2017, non si è certo tirato indietro di fronte alle domande dei giornalisti di 'France Télévision' su alcune tematiche davvero scottanti che, da qualche tempo a questa parte, affliggono il mondo del Ciclismo. In particolare, 'T-Blanc' ha parlato del Doping tecnologico, della positività al salbutamolo di Chris Froome durante l'ultima Vuelta e del futuro del ciclismo francese.

Voeckler: "Motorino? Qualcuno lo ha usato"

Nonostante abbia deciso di appendere la bici al chiodo, alle soglie dei 38 anni Thomas Voeckler non sta con le mani in mano. L'ex corridore transalpino è diventato ambasciatore ASO (Amaury Sport Organisation) e a marzo esordirà come commentatore televisivo per l'emittente 'France Télévision'. Proprio in occasione della sua presentazione come commentatore, Voeckler ha affrontato - come anticipato - alcuni argomenti delicati.

Sul doping tecnologico nel ciclismo, 'T-Blanc' ha affermato che inizialmente, quando gli parlarono dell'uso illegale della tecnologia per aumentare le prestazioni di un corridore, era incredulo: "La prima volta che ne sentii parlare, anni fa, ridevo di questa cosa perché non la ritenevo possibile.

Ma quando ho visto con i miei occhi certe corse e dopo aver letto alcuni reportage, mi sono convinto che qualcuno abbia fatto uso del motorino". Quando gli chiedono se anche Lance Armstrong abbia potuto utilizzarlo, Voeckler dice che "da lui si aspetterebbe di tutto e non si stupirebbe di nulla". Ad ogni modo, secondo l'ex ciclista francese, "non ci sono più casi da quando esistono controlli più massicci.

Questa è una forma di doping facile da debellare".

Nel corso della sua presentazione, Voeckler ha parlato anche della vicenda Froome: "In passato ho sempre difeso Chris perché si è sempre comportato in maniera trasparente. In questo caso, però, c'è da dire che il valore è davvero molto alto. Mi sorprenderebbe se non lo sanzionassero, sarebbe un precedente anche pericoloso per il ciclismo.

A parità di condizioni, altri corridori, in passato, hanno subito delle sanzioni".

Infine, la chiosa sul futuro del ciclismo francese: "Negli anni in cui correvo, ho sempre risposto che nessun francese avrebbe potuto vincere il Tour de France. Adesso dico, invece, che è possibile, soprattutto grazie a Romain Bardet. Ci sono, comunque, anche altri ciclisti come Pinot e Alaphilippe che potrebbero dire la loro. E poi c'è un talento come Warren Barguil. Lui continua a dire che la classifica generale della 'Grande Boucle' non gli interessa. Ma voi gli credete?".