Certi combattimenti non fanno bene alla credibilità della boxe ed è difficile commentare il match di Manchester, in cui Tyson Fury ha celebrato il ritorno sul ring dopo quasi due anni e mezzo dalla sfida contro Wladimir Klitschko che gli aveva dato il titolo mondiale dei pesi massimi. Dopo la squalifica per doping, la cura per disintossicarsi dalla droga e la lunga inattività, il britannico voleva dimostrare al mondo di essere ancora un pugile. In realtà non ha dimostrato nulla, perché Sefer Seferi non è stato nemmeno un degno sparring-partner.

Il combattimento poteva finire dopo pochi minuti per l'evidente e manifesta inferiorità dell'avversario, ma Fury ha voluto regalare un paio di pantomime ai suoi tifosi. Per sapere se può essere in grado di fare da terzo incomodo nell'attuale dualismo che regna nella categoria regina della boxe tra Anthony Joshua e Deontay Wilder si dovrà attendere quantomeno un vero avversario. Per il momento il diretto interessato aggiunge al suo record la 26esima vittoria in altrettanti match, la 19esima prima del limite.

Un breve show di quattro round

Sin dalle prime battute, Tyson Fury è sembrato in gran spolvero almeno nella gestualità. Alla prima campana ha alzato le braccia al cielo ed invitato l'avversario a venire avanti.

Il vantaggio dell'allungo è schiacciante e ciò lo ha tenuto a distanza dal destro di Seferi, l'unica vera arma nel bagaglio dell'albanese. Tra il primo ed il secondo round non ha smesso un attimo di arringare la folla, tant'è che l'arbitro lo ha anche ripreso, facendogli chiaramente segno di combattere. Qualche buona combinazione è andata a segno, nulla di trascendentale.

Dal terzo round, però, l'ex campione mondiale ha iniziato a fare sul serio: Seferi ha tentato di legarlo, ma è sembrato piuttosto scosso quando nella quarta ripresa è stato raggiunto da un paio di colpi più pesanti. L'impressione è che Fury avrebbe potuto chiudere il match a proprio piacimento e, probabilmente, all'angolo di Seferi lo hanno recepito.

Sembra la motivazione più plausibile della decisione che è arrivata puntuale dopo la fine della quarta ripresa, quando lo staff dell'albanese ha gettato la spugna. Un problema fisico dietro la scelta? Sembra parecchio improbabile.

'Mi stavo divertendo'

Che per il ritorno sul ring di Fury fosse stato scelto un avversario su misura era più che evidente. Seferi aveva un personale certamente di tutto rispetto (23-1 prima del match di Manchester), almeno a prima vista, ma si tratta comunque di un massimo leggero che non ha mai avuto avversari di alto livello. Dunque era scontato che l'ex iridato avrebbe avuto pochi problemi a 'bagnare' con un successo il suo ritorno e, per quanto visto a Manchester, avrebbe potuto facilmente atterrare l'albanese dopo pochi minuti alla luce della differenza di allungo, di potenza e di tecnica.

Un confronto improponibile, una sorta di show organizzato strategicamente per far riprendere a 'The Gipsy King' confidenza con il quadrato. Però l'epilogo è stato più deludente del previsto ed il ritiro di Seferi è sembrato, se non strategicamente studiato, un modo saggio per evitargli una sonora umiliazione sportiva. Le dichiarazioni post-match di Fury sono piuttosto evidenti. "Volevo fare un pò di riprese, penso si sia visto. Non ho avuto alcuna fretta e mi stavo divertendo un pò". Poi mette le mani avanti, a chi non perderà occasione di archiviare quanto accaduto a Manchester alla voce di 'match-farsa'. "Il livello dei miei avversari crescerà - dice - e Frank (Warren) mi terrà impegnato. Entro la fine dell'anno avrò un titolo mondiale, è una promessa".