All'età di 31 anni Novak Djokovic scrive il suo nome tra le leggende del Tennis conquistando il suo quattordicesimo titolo Slam e posizionandosi dietro Rafa Nadal e Roger Federer: sono 17 i trionfi per lo spagnolo, ben 20 per il fuoriclasse svizzero. A farne le spese nella finale dei US Open 2018 è stato uno straordinario Juan Martin Del Potro che è stato costretto ad alzare bandiera bianca dopo più di tre ore di gioco: 6-3; 7-6; 6-3 lo score finale in favore di Nole che chiude in bellezza la sua estate senza fine. Una stagione bollente per il fuoriclasse serbo, salito già suil trono di Wimbledon (per la quarta volta in carriera, ndr) e vincitore del Master di Cincinnati, unico Master 1000 che non aveva ancora conquistato.

Avvio di stagione sottotono, poi l'inarrestabile crescendo

E pensare che la stagione non era iniziata nel migliore dei modi, anzi tutt'altro. Il serbo è però riuscito a trovare la quadratura del cerchio, ha esaminato gli errori e ciò che non andava, ha scelto con attenzione i tornei ai quali partecipare per arrivare con la miglior forma fisica e mentale possibile ai grandi appuntamenti: i risultati sono chiari ed evidenti. Una vera e propria metamorfosi avvenuta in circa 8 settimane che ha riconsegnato al mondo del tennis il miglior Djokovic, allo stato attuale il tennista più forte del pianeta.

Una vittoria speciale sotto il cielo di New York

Se si legge il punteggio finale sembra essere stata una vittoria facile per Djokovic, ma così non è stato.

Una vittoria costruita con pazienza e la difesa sul rovescio degna dei più grandi campioni che alla lunga ha logorato un quasi perfetto Del Potro. Momento chiave della partita è stata la palla break conquistata per il 5-3 nel primo set che gli ha permesso di chiudere il set sul 6-3. Altro momento importante nel secondo set quando Nole, sotto 3-4, ha respinto ben tre break point ed è arrivato a servire per il pareggio.

Avrebbe poi vinto il tie break, in un secondo set durato ben un'ora e trentacinque minuti che ha rappresentato il picco di massimo agonismo della finale. Il terzo set scorre per così dire veloce rispetto al precedente con Djokovic in trance agonistica e la testa fissa all'obiettivo e Del Potro mai domo, ma evidentemente provato, fisicamente e mentalmente.

L'argentino, forse nel suo miglior momento di forma, ha avuto la sfortuna di incontrare il migliore tennista del circuito in questo momento.

Il trionfo di Djokovic lo porta ad eguagliare il numero di Slam vinti dal suo idolo, Pete Sampras ed a ridosso di altri due mostri sacri della racchetta come Nadal e Federer.