Jakob Fuglsang ha concluso da dominatore la Liegi-Bastogne-Liegi che ha fatto calare il sipario sulla stagione delle grandi classiche del nord. La sequenza di grandi prestazioni e piazzamenti iniziata dal danese alla Strade Bianche ha trovato finalmente tutte le variabili al posto giusto per essere concretizzata in una vittoria netta.

La corsa è stata accesa dalla Deceuninck-QuickStep con un ritmo sostenutissimo già nelle fasi centrali, ma questa scelta non ha pagato, visto che Alaphilippe ha ceduto sulla salita di Roche aux Faucons, quando Fuglsang se n'è andato insieme a Woods e Formolo, poi staccati con una nuova accelerata.

Liegi: Valverde si ferma

La Liegi-Bastogne-Liegi è andata in scena in una giornata di maltempo, con freddo e pioggia a rendere più difficile una corsa già dura di per sé. Subito dopo il via sono iniziati gli scatti, da cui è scaturita una fuga ad otto con Lilian Calmejane (Total Direct Energie), Julien Bernard (Trek-Segafredo), Tobias Ludvigson (Groupama-FDJ), Andrea Pasqualon (Wanty-Gobert), Jérémy Maison (Arkea-Samsic), Kevin Deltombe (Sport Vlaanderen), Kenny Molly e Mathijs Paaschens (Wallonie Bruxelles).

Il gruppo ha lasciato circa 10 minuti di distacco, ma le sorprese sono arrivate dalle retrovie, con le notizie dei ritiri prima di Daniel Martin (UAE Emirates) e quindi di Alejandro Valverde (Movistar).

La Deceuninck-QuickStep ha poi deciso di alzare decisamente le cadenze nella fase centrale della corsa, affrontando la sequenza di salite dalla Cote de Wanne alla Haute Levée: il plotone si è dapprima frazionato e poi ricompattato, ma è rimasto già ridotto ad oltre metà della consistenza iniziale, complici sia il ritmo che la pioggia.

L'assolo di Fuglsang

La fuga è stata annullata dopo il forcing degli uomini di Alaphilippe, il principale favorito della vigilia, e sono ripresi gli scatti. Si è formato prima un gruppo molto folto comprendente anche Nibali (Team Bahrain) e un Van Avermaet (CCC) particolarmente aggressivo che però non ha trovato una buona intesa, quindi un altro drappello di una decina di unità promosso da Tanel Kangert (EF).

In quest'azione si sono inseriti anche Caruso (Team Bahrain) e De Marchi (CCC), ma la Deceuninck ha ripreso in mano le operazioni riuscendo a non fargli prendere un vantaggio importante.

La Redoute, sulla quale ci si attendeva qualche attacco importante visto il nuovo percorso del finale, è stata affrontata senza particolari sussulti, se non l'azione di Kangert che si è isolato al comando. Sulla Cote des Forges è stato Konrad (Bora) a raggiungere il battistrada, e dopo lo scollinamento anche Wellens (Lotto-Soudal) e Impey (Mitchelton) hanno giocato le loro carte formando un quartetto al comando.

La Astana, presente ancora in forze nel gruppo, al contrario della ormai esausta Deceuninck, ha assunto il comando delle operazioni per preparare l'attacco di Jakob Fuglsang.

Wellens è stato l'ultimo ad arrendersi tra gli attaccanti sulla Roche aux Faucons, l'ultima salita sulla quale la corsa è esplosa. Il ciclista danese ha attaccato facendo una prima selezione, e quando ha visto Alaphilippe in difficoltà ha accelerato in maniera più decisa, e solo Formolo (Bora) e Woods (EF) sono riusciti a seguirlo.

Il corridore della Astana si è giovato di una corsa più dura e tirata che mai e ha forzato ulteriormente sul secondo troncone di salita, dove prima Woods e poi Formolo si sono dovuti arrendere. Alaphilippe nel frattempo è sprofondato come ai Mondiali di Innsbruck, staccato anche da un gruppetto con Nibali, Landa (Movistar) e Adam Yates (Mitchelton) tra gli altri, dove però le forze non sono state sufficienti a riaprire i giochi.

Nonostante un brivido per una sbandata nella discesa finale, Fuglsang ha coronato la sua primavera eccezionale con questo successo netto e meritatissimo.

Formolo ha difeso una seconda piazza di grande valore, mentre Woods è stato raggiunto, e il terzo posto è andato a Max Schachmann che ha battuto Yates allo sprint, con Nibali all'ottavo posto.