Con la stagione 2019 ormai in archivio e l'attesa già altissima per gennaio che culminerà con il primo Slam del 2020, gli Australian Open, possiamo dare tranquillamente i voti di un'annata esaltante sotto svariati punti di vista. Ci sono state delle conferme, ma anche sorprese. Nadal in primo luogo: in pochi, l'anno scorso di questi tempi, avrebbero scommesso su un suo ritorno al numero uno Atp; oppure il tennis italiano, nessuno si sarebbe aspettato una stagione così esaltante. Le crescita dei giovani è costante, non sono ancora pronti per le posizioni di vertice anche se l'impressione è che potrebbero esserlo a breve.

Abbiamo inoltre assistito a Wimbledon ad una delle partite più belle di sempre, insomma c'è tanta carne al fuoco.

I 'Fab 3', straordinario Nadal

Nadal voto 10: dodici mesi or sono il requiem per lo spagnolo sembrava già confezionato. 'Troppi infortuni', 'forse sarà in grado di reggere ancora soltanto sulla terra', tra i commenti più frequenti di addetti ai lavori ed appassionati. Parere che non era certamente cambiato dopo la netta sconfitta in finale a Melbourne contro Djokovic. Poi quella sconcertante semifinale a Montecarlo in cui Fabio Fognini si è preso il lusso di dominarlo ed il sospetto che anche sul suo amato rosso Nadal non fosse più quello di un tempo. La riscossa inizia dagli Internazionali d'Italia vinti senza colpo ferire, poi la 12esima vittoria al Roland Garros.

Rafa ha disputato un buon torneo di Wimbledon arrendendosi in semifinale al cospetto di Federer, dopo la parentesi sull'erba ha preso il via la stagione sul cemento americano e qui il maiorchino ha disegnato il suo grande capolavoro, vincendo a Montreal e, soprattutto, ai US Open. Nei mesi conclusivi è arrivato il sorpasso in vetta ai danni di Novak Djokovic, Nadal è tornato al numero uno ed ha messo la ciliegina sulla torta trascinando la Spagna alla vittoria in Coppa Davis. Stagione assolutamente straordinaria da 10 pieno.

Djokovic 9: incredibile per certi versi, perché nonostante sia riuscito a conquistare due Slam su quattro ed a Wimbledon ha battuto Federer al termine di una gara che è già leggenda, ha dovuto cedere la vetta del ranking Atp.

Poteva fare di più sulla terra e sul cemento statunitense, ad onor del vero ai US Open ha dovuto alzare bandiera bianca per un problema fisico. Alle Finals ha subito la 'vendetta' di Federer confermando una chiusura in calo. Grande stagione la sua, con l'unico vero cruccio di non riuscire ad entrare nel cuore della gente tanto quanto i suoi grandi rivali, ma su questo davvero non può farci nulla.

Federer 8: non ha vinto Slam anche se è andato vicinissimo all'impresa nella finale di Wimbledon, crediamo ricorderà tutta la vita quei due match-point falliti. Ha comunque ottenuto successi importanti ed è tornato a giocare sulla terra dopo tre anni. Il voto è alto, sarebbe stato superiore in caso di trionfo sull'erba londinese.

In realtà sarebbe un 7,5 ma quel mezzo punto in più lo merita proprio perché alla veneranda età di 38 anni continua a restare ai vertici, ha superato i 100 tornei vinti in carriera e nonostante gli chiedano come una sorta di 'mantra' quando deciderà di rititarsi, lui risponde sempre con un sorriso: 'Finchè sto bene non vedo perché dovrei fermarmi'.

Next Gen, Medvedev il top

Medvedev 8,5: il ciclone russo ha iniziato a soffiare con veemenza nella calda estate sul cemento americano ed è poi proseguito anche dall'altra parte del mondo. Sei finali consecutive, due Masters 1000 portati a casa a Cincinnati e Shanghai, la finale ai US Open persa - dopo aver messo a segno una rimonta clamorosa - solo perché dall'altro lato c'era Rey Nadal.

Rispetto ad altri giovani tennisti sarà meno elegante, ma è forte fisicamente, quasi instancabile e sa imprimere al suo tennis una continuità quasi robotica.

Tsitsipas 8: stile, eleganza, tanti colpi di classe a disposizione nel suo repertorio. In futuro potrebbe diventare quel giocatore che più di altri conquista il cuore dei tifosi, quello che oggi è Roger Federer. Ma ha bisogno essenzialmente di trovare la giusta continuità e dopo le sue straordinarie prestazioni in Australia si era perso per strada uscendo male negli altri tre Slam. Il voto alto è giustificato dalla sua splendida affermazione alle Finals, preludio di un tennista che potrebbe già ambire ad uno Slam nel 2020.

Zverev 5,5: a proposito di Atp Finals, lo scorso anno le aveva vinte anche Alexander Zverev e, sebbene chiuda il 2019 al 7° posto nel ranking, non riteniamo che il buon finale di stagione lo salvi all'insufficienza complessiva a causa di troppe prestazioni sconcertanti.

Promessa mancata? Quest'anno è andata così, ma l'età e le doti giocano certamente a suo favore.

Thiem 8: per il secondo anno di fila si mostra fortissimo sulla terra rossa ed a Parigi si arrende solo a Nadal, dunque al più forte di sempre su quella superficie. Tante conferme comunque per il giovane austriaco, arrivato all'ultimo atto anche alle Finals, che ha dimostrato in più circostanze di potersela giocare alla pari con i Fab 3. Non ha la forza del cyborg Medvedev e l'estro di Tsitsipas, ma della cosiddetta Next Gen è certamente il più maturo, il tennista mentalmente più pronto al grande salto.

Gli italiani, l'anno magico di Berrettini e la promessa Sinner

Berrettini 9: la lezione di tennis subita da Federer a Wimbledon, citiamo le sue stesse parole dette al fuoriclasse elvetico, gli è proprio servita.

Dopo Matteo non si è più fermato ed ha scomodato la storia: semifinale ai US Open e qualificazione al tabellone di singolare delle Finals, cosa che al tennis italiano non riusciva da oltre 40 anni. Inoltre ha fatto il suo ingresso in top 10 chiudendo l'anno in ottava posizione: bisogna spellarsi le mani.

Fognini 8: un voto certamente alto per la miglior stagione della sua carriera. Fabio ha vinto a Montecarlo mettendo le mani su un Masters 1000 e prendendosi pure il lusso di strapazzare Nadal in semifinale, inoltre è entrato nella top 10 del ranking Atp. Ha poi pagato una serie di guai fisici ed in certi casi, Wimbledon docet, anche quei crolli psicologici che ne hanno sovente condizionato la carriera.

Fabbiano 6,5: la sufficienza più mezzo punto di stima, soprattutto per le sue grandi imprese a Wimbledon e Flushing Meadows dove ha saputo mettere in riga Tsitsipas e Thiem. Purtroppo non sono bastate per restare nella top 100 del ranking.

Cecchinato 4: meriterebbe una puntata speciale a 'Chi l'ha visto?' se consideramo che dopo Buenos Aires non abbiamo più sue notizie, almeno del giocatore capace di giungere in semifinale al Roland Garros nel 2018. L'impresa di Parigi è stata un caso? Forse si, ma da qui a sprofondare dal 16° al 71° posto del ranking in meno di un anno ne passa.

Sinner 8: il voto piuttosto alto lo diamo con grande prudenza. Attenzione, lo merita tutto perchè il giovanissimo Jannik sta bruciando le tappe entrando in top 100 e mostrando numeri d'alta scuola che alla sua età avevano soltanto i più grandi di sempre.

Di certo dominare in quel modo le Next Gen Finals con una Wild Card è notevole, anzi straordinario. Dove può arrivare? Sotto la sapiente guida di Riccardo Piatti certamente lontano, ma bisogna lasciarlo crescere senza mettergli addosso troppa pressione e ci riferiamo soprattutto a stampa e tifosi. Prima di annunciare un Messia è sempre meglio aver visto almeno un paio di miracoli.

Murray, il ritorno

Bautista-Agut 8: la semifinale a Wimbledon, la vittoria in Coppa Davis nella quale ha certamente dato il suo valido contributo e la chisura della stagione in top 10. Per il 31enne spagnolo un'annata andata al di là delle più rosee previsioni.

Gael Monfils 7: la classe non si discute, l'età non è più verdissima e la condizione complessiva non è quella del suo magnifico 2016.

Tuttavia il 33enne francese è ancora in grado di chiudere la stagione in top 10 ed è stato in corsa fino alla fine per un posto alle Finals.

Murray 9: meriterebbe anche un 10 pieno per la grinta e caparbietà di riprendersi ciò che troppi guai fisici gli hanno negato. Lo scozzese era ormai considerato un ex tennista, ma ha avuto la forza di rientrare nel circuito e, passo dopo passo, di tornare a livelli accettabili anche se ancora lontani dai suoi anni d'oro. Ha comunque vinto un torneo, gli European Open, battendo in finale Stan Wawrinka: un titolo Atp mancava dalla sua personale bacheca dal 2017.

Nick Kyrgios 4: ci lascia sconcertati con le sue altalenanti prestazioni, tavolta nel corso di uno stesso match.

Il suo talento non è oggetto di discussione, è lo stesso tennista capace di impegnare a fondo Nadal a Wimbledon, ma anche colui che perde la bussola dinanzi ad autentici carneadi. Per lui quest'anno un titolo a Washington ed una lunga serie di intemperanze sui campi di mezzo mondo oltre a dichiarazioni polemiche talvolta fini a se stesse che hanno certamente lasciato il segno, più dei suoi colpi di racchetta. Adriano Panatta lo ha definito "un cretino totale", di certo sta seriamente compromettendo la sua carriera senza alcun alibi.