Alla sua infinita e straordinaria carriera, Roger Federer aggiunge anche il 'miracolo di Melbourne'. Il fuoriclasse svizzero è il primo semifinalista del tabellone maschile agli Australian Open al termine di un match assolutamente incredibile. “I believe in miracles”, sono le sue prime parole a caldo dopo il sofferto successo ai danni di Tennys Sandgren che, probabilmente, ha sprecato l'occasione di una vita. Il pittoresco tennista statunitense merita comunque applausi a scena aperta per il torneo disputato che ricorderà a lungo. Lo ricorderemo anche in Italia, visto che tra le sue 'vittime' ci sono i nostri due migliori tennisti, Berrettini e Fognini.

Ma nella testa di Tennys (un nome da predestinato, senza dubbio) ci saranno sempre i sette match point che potevano proiettarlo in semifinale di uno Slam e che, incredibilmente, ha fallito.

Roger parte bene, poi l'infortunio

Roger Federer ha stretto i denti per buona parte del match. Inizialmente ha vinto il primo parziale in 35 minuti, ci sta alla luce della differenza di pianeti tennistici tra lui e Sandgren. Poi smarrisce improvvisamente il bandolo della matassa, ma c'è un motivo: inizia a patire un problema muscolare, l'adduttore gli fa male e rende meno letali il suo servizio e la risposta, Roger è diventato improvvisamente un giocatore 'normale'. Così Sandgren rivede la luce, dopo il primo set vinto 6-3 dallo svizzero si impone nei successivi due con lo score fotocopia di 6-2.

Quarto set ai confini della realtà

Il pubblico assiste incredulo alle evoluzioni della partita, sembra evidente che Roger non sta bene. Il 20 volte vincitore di Slam chiama l'intervento del medico, senza antidolorifici è impossibile proseguire. Nel quarto set sembra rinvigorito ed il suo servizio riprende a funzionare. Non è sciolto, ma almeno in grado di controbattere ad un avversario che sente davvero il profumo della grande impresa.

Se però il servizio è discreto, la risposta latita: Tennys infila 13 punti di fila in battuta ed arriva anche a ad un passo dalla vittoria con ben tre match point a disposizione sul 5-4: commette tre errori gratuiti che permettono a Federer di restare a galla. Il 'maestro' si aggrappa all'esperienza e risale, alla fine si arriva al tie-break e qui lo statunitense avrà a disposizione altri tre match point: il primo sfuma dopo un errore in rovescio, sul secondo c'è la prima vincente di Federer e sul terzo l'eroico face-to-face a rete che viene sbrogliato da Roger con un passante al volo.

Il match prosegue e Sandgren avrà anche un altro match point, il settimo della partita che, però, finisce mestamente in rete su uno slice corto di rovescio. Federer ringrazia e risale la corrente, riuscendo a riequilibrare il tie-break ed a chiuderlo sul 10-8. Nel quinto set Tennys Sandgren non c'è più, mentalmente non riesce a scrollarsi di dosso l'occasione gettata alle ortiche, Federer chiuderà sul 6-3 conquistando la semifinale.

Federer tira un sospiro di sollievo, Sandgren non si dà pace

"Sono stato fortunato', dirà Federer a fine partita ammettendo che la chiave del match è stato "aver mantenuto la speranza di potercela fare e giocare un punto per volta". Il campione svizzero conferma certamente di essersi sentito meglio nel momento più importante della partita.

"Probabilmente non meritavo di vincere, ma sono molto felice perché avevo un problema all'inguine che mi faceva faticare in fase difensiva". Sottolinea di essersi affidato all'aiuto dei medici e di non sapere neanche lui come sia riuscito a vincere questa partita. Piuttosto la sua condizione fisica getta comunque delle ombre su quella che sarà la semifinale: "Spero di recuperare al meglio".

Tennys Sandgren è il volto della delusione e non riesce a darsi pace. "Avrei dovuto giocare meglio i match point, li ho passati in rassegna di continuo nella mia testa". Il tennista statunitense parla di un Federer "aggressivo in un'occasione", ma definisce se stesso "passivo in almeno un paio di circostanze", ammettendo infine sull'ultimo "ho sbagliato approccio, ma ero in una brutta posizione, lui mi avrebbe probabilmente passato comunque in quella circostanza”.