Consiglio Federale della Federazione Italiana Gioco Calcio a Roma ovviamente con al centro la tematica dello stop ai campionati dopo il decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Che fare ora? E se il blocco si prolungherà oltre il 3 aprile, quali soluzioni si possono mettere in campo? Dalla Figc sono arrivate alcune linee guida, ma ci si aggiornerà in un nuovo Consiglio Federale in cui fare il punto su tutte le situazioni. Consiglio che è già fissato per il 23 marzo. Spunta intanto però l'ipotesi di play off per lo scudetto e play out salvezza.

I recuperi delle gare non disputate in serie A

In merito a tutte le gare di serie A che non sono state giocate, si è stabilito di fare scivolare in avanti le giornate di campionato fino ad arrivare a utilizzare tutte le date disponibili, termine fissato in domenica 31 maggio. Ovviamente sarà un percorso a ostacoli e gli impegni delle squadre italiane in Europa fino in fondo potrebbero non renderlo del tutto realizzabile. Ma al momento la linea di indirizzo è quella, con buona pace di Roberto Mancini, CT della nazionale azzurra che aveva programmato per quella settimana una sorta di pre-ritiro in vista degli Europei. Naturalmente la situazione è tutta in divenire. Come non è detto che dal 4 aprile - una volta non più in vigore il decreto Conte attuale - si possa giocare, non è nemmeno detto che non ci possa essere anche uno slittamento di Euro 2020 in autunno o, addirittura, all'anno prossimo.

Campionato non concluso: il precedente del 1915

La situazione è totalmente inedita, considerato che il precedente rievocato in questi giorni non è paragonabile allo scenario attuale. Nel 1915 il campionato italiano venne sospeso per l'ingresso del Paese nella Grande Guerra ed assegnato successivamente al Genoa con una decisione post-bellica (di cui non si ha alcuna documentazione conservata negli archivi federali, si presume sia stata presa del 1919) che cento anni dopo sarà contestata dalla Lazio. Nella circostanza, infatti, la Figc decise di premiare la 'corazzata ligure' che era in vetta al girone Nord del campionato di Prima Categoria, non considerando minimamente i diritti delle altre formazioni che conducevano i gironi centro-meridionali e ritenendole a priori più deboli.

La Lazio nel 2015 ha chiesto formalmente il riconoscimento del titolo ex-aequo. Ad ogni modo all'epoca non esisteva il girone unico, nè tanto meno i calendari delle stagioni erano fitti come quelli attuali: il precedente esiste, ma paragonato ad oggi fa davvero poco testo.

Tre ipotesi per chiudere la stagione in caso di prolungata emergenza

Lo statuto federale, dunque, non dà nessuna indicazione ed è anche difficile, come abbiamo appena visto, trovare dei precedenti simili. Ma il Consiglio Federale ha anche ipotizzato e sottoposto alle leghe interessate alcune ipotesi. Se serie B e serie C preoccupano molto meno perchè le gare potrebbero tranquillamente disputarsi anche di mercoledì, la serie A ha altre necessità di spazi alla luce degli impegni delle squadre ancora in corsa in Champions ed Europa League.

Se non sarà possibile trovarli si è ragionato su alcune possibilità di esito finale del campionato interrotto che ovviamente verranno rivalutate nella prossima riunione.

Si ragiona su una non assegnazione del titolo di campione d'Italia con semplice comunicazione all'Uefa delle società che partecipano l'anno prossimo alle Coppe Europee. Seconda ipotesi è quella di fare riferimento alla classifica attuale maturata fino all'ultima giornata effettivamente disputata. Oppure - e qui se vogliamo c'è la novità di giornata - si potrebbero fare giocare i play off ad hoc per individuare la squadra vincitrice dello scudetto e fare giocare i play out per determinare le retrocessioni in serie cadetta. Ovvio che sullo sfondo rimane - non detta - sempre anche la possibilità di un blocco delle retrocessioni.