Il 2019 è stato un anno incredibile per Matteo Berrettini e per il Tennis italiano. Per la prima volta, infatti, nel giro di pochi mesi sono stati due i portacolori del Bel Paese a finire nella Top 10 del ranking Atp: prima era toccato a Fabio Fognini, poi dopo la flessione del vincitore dell'ultima edizione del Masters di Montecarlo, era salito in cattedra Berrettini con una serie di straordinari risultati culminati nella semifinale raggiunta ai US Open e, poi, nella partecipazione alle Finals, traguardi che non avevano nulla a che vedere con il tennis di casa nostra dalla fine degli anni '70: l'ultimo era stato Corrado Barazzutti giunto al penultimo atto di Flushing Meadows nel 1977 e qualificato a quello che all'epoca si chiamava Masters nell'anno successivo.

Berrettini ha dunque raggiunto e chiuso la stagione scorsa al numero 8 della classifica Atp, con tante promesse e premesse di fare ancora meglio quest'anno. La stagione 2020, però, non era iniziata bene per Matteo, una serie di guai fisici sono stati complici nella sua precoce uscita di scena agli Australian Open. Poi, nel momento in cui stava recuperando e puntava già a giocare a Indian Wells, è esplosa l'emergenza sanitaria che ha fermato il tennis e tutto lo sport del mondo in generale. Berrettini è dunque in casa, come tutti gli italiani, e sta passando la quarantena con la sua compagna, la tennista croata Ajla Tomljanovic. I due hanno partecipato ad una diretta su Instagram insieme ad una delle più grandi campionesse della storia del tennis, la 18 volte vincitrice di Slam Chris Evert.

I confronti con i 'Fab3'

Nel suo magico 2019, Berrettini ha avuto modo di confrontarsi con i tre 'mostri sacri' del tennis mondiale. Il primo della serie è stato Roger Federer, sull'erba di Wimbledon. In quel momento Matteo ha vissuto un sogno che aveva sempre avuto da bambino. "Ero così felice che non ero in grado di giocare a tennis", ammette e in effetti per il fuoriclasse svizzero il confronto agli ottavi di finale dello Slam londinese fu un buon allenamento.

Al termine del match Berrettini lo ringraziò per 'la lezione di tennis'. Con Roger ci sarebbe stato un altro confronto alle Finals vinto sempre dal 20 volte vincitore di Slam, in due set con il primo protratto al tie-break e un Berrettini certamente più sciolto rispetto a Wimbledon. Ad ogni modo Matteo non smette di lodarlo: "Federer è il tennis, rende tutto così facile anche se sai bene che non lo è.

Sembra nato con quel talento, ma sarà sempre il mio idolo e potrei parlare di lui per due giorni di fila".

Con Rafa Nadal fu invece una splendida battaglia in semifinale ai US Open. "Rafa ha un'intensità incredibile e la mette sempre in atto, che stia vincendo 5-0 o perdendo 0-5 a lui non interessa, gioca sempre in quel modo".

Il suo personale 'incubo' resta Novak Djokovic che lo spazzò letteralmente nel match d'esordio delle Finals. "Lui è come una macchina, il rivale più duro che un tennista può affrontare. La sua risposta è straordinaria, ricordo quel set alle Finals dove realizzai il 70 % di prime palle in campo e alla fine lui vinse comunque 6-1".