L'annuncio era atteso per il 15 giugno, ma slitterà ancora di qualche giorno. Stando alle indiscrezioni, però, la Usta dovrebbe dare il placet per lo svolgimento dei Us Open dal 31 agosto al 13 settembre. Flushing Meadows che, dunque, a differenza di Wimbledon non lascia, bensì raddoppia: sullo stesso campo una settimana prima dello svolgimento dello Slam newyorchese dovrebbe disputarsi anche il Masters 1000 di Cincinnati che diventa più che mai preparatorio al torneo più importante sul cemento americano. Ma potrebbe essere una tristissima edizione dei Us Open se consideriamo che potrebbero mancare all'appello i tennisti più forti, i naturali favoriti.
Roger Federer non ci sarà e questa è l'unica certezza: pochi giorni fa il fuoriclasse svizzero ha annunciato su Twitter una nuova operazione in artroscopia al ginocchio destro, la seconda nell'arco di pochi mesi. Il 20 volte vincitore di Slam ha dato appuntamento ai suoi tifosi al 2021. Ma a New York potrebbero mancare all'appello anche Nadal e Djokovic, preoccupati dalle 'condizioni estreme' in cui si giocherà oltre oceano e ha inoltre espresso più di una perplessità Dominic Thiem. Insomma, abbiamo citato i primi quattro giocatori del ranking che potrebbero saltare in toto quello che, a tutti gli effetti, è il secondo Slam di stagione dopo la disputa degli Australian Open, il rinvio del Roland Garros e l'annullamento di Wimbledon: una vera e propria ecatombe tennistica.
Flushing Meadows verso la 'combined'
Come già anticipato, pertanto, il Masters di Cincinnati dovrebbe traslocare a New York e prendere il via il 15 agosto per concludersi il 23: dovrebbe essere il primo torneo internazionale dopo lo stop imposto dall'emergenza sanitaria. Per Flushing Meadows, dunque, un'inedita 'combined', Cincinnati più Us Open, tre settimane no-stop di Tennis fino al 13 settembre quando poi si entrerà nella stagione sulla terra rossa che doveva svolgersi tra aprile e maggio scorsi, ma è stata rinviata tra settembre e ottobre.
Anche in questo caso una stagione ridotta alla disputa dei tornei più importanti, ovvero il Roland Garros e gli Internazionali d'Italia. Tornando oltre oceano, salterebbero i tornei di Winston-Salem e Albany, tradizionale preparazione ai Us Open, ma potrebbero essere annullati anche i Washington Open.
I probabili forfait
Non sappiamo ancora quali saranno le condizioni, ma sembra evidente che le regole per la sicurezza sanitaria imporranno rigidi protocolli, ovvero giocare senza pubblico e ridurre al minimo indispensabile lo staff di ciascun tennista al quale sarebbe consentito di viaggiare con una sola persona al seguito.
I giocatori inoltre dovrebbero osservare 14 giorni di quarantena all'arrivo e sarebbero tutti confinati negli hotel vicino all'aeroporto John Fitzgerald Kennedy, senza possibilità di andare a Manhattan dove più d'uno risiede. Condizioni che non piacciono a Rafa Nadal che ha già detto, in una recente videoconferenza, che "se mi dite oggi 'andrai a New York', la mia risposta è 'no'. Tra qualche mese non so, dunque vedremo". Tra i suoi dubbi anche la vicinanza tra lo Slam newyorchese e il Roland Garros, in conferenza gli è stato chiesto a quale dei due prenderebbe parte se dovesse essere costretto a scegliere e, sebbene non abbia risposto, non abbiamo dubbio che Nadal non rinuncerebbe mai a Parigi.
Più categorico Novak Djokovic intenzionato a non affrontare nessuna trasferta americana se le condizioni saranno così estreme, concetto ribadito nell'intervista a una tv serba. Anche Dominic Thiem non è certo della sua presenza ai Us Open, così come Sascha Zverev e Grigor Dimitrov: per tutti loro sembra molto più probabile una ripartenza a settembre sul rosso europeo.