Roma per molti, ma non per tutti. Un po' per sfortuna, parecchio (e ci riferiamo all'ultimo decennio e mezzo) perché quella di Rafa Nadal che ha vinto 9 delle ultime 15 edizioni degli Internazionali d'Italia è stata una vera e propria dittatura. Un po' anche perché alcuni grandi del passato hanno snobbato a lungo il Foro Italico e, pertanto, all'albo d'oro del singolare maschile mancano i loro nomi. Citiamo dunque Roger Federer (che non ha mai snobbato Roma, ndr) e John McEnroe, ma anche Jimmy Connors, Boris Becker o Stefan Edberg. Insomma, la conta degli assenti è prestigiosa, altrettanto quella di coloro che hanno risposto 'presente' e hanno vinto: Newcombe, Laver, Borg, Lendl, Wilander, Courier, Sampras, Agassi, Nadal, Djokovic e Murray, solo per citarne alcuni.
Senza ovviamente dimenticare Adriano Panatta che fu 're d Roma' nel suo magico 1976.
La maledizione romana di Roger Federer
Roger Federer non ha mai snobbato il Foro Italico e, anzi, ha vissuto tornei da protagonista giungendo quattro volte in finale: nel 2003 aveva 22 anni e non era ancora salito in vetta al ranking Atp, nella circostanza l'allora astro nascente del Tennis mondiale giunse per la prima volta all'ultimo atto dopo aver eliminato, tra gli altri, anche il nostro Filippo Volandri ma fu piegato in tre set da Felix Mantilla. La seconda finale tre anni dopo, nel 2006, contro Rafa Nadal ed è tra le più belle di sempre al Foro Italico: lo spagnolo vincerà al tie-break al termine di cinque memorabili set.
'King Roger' si rifaccia in finale nel 2013 ancora contro il rivale di sempre, ma stavolta Nadal liquida la pratica in due set lasciandogli solo quattro giochi. Infine l'ultima finale due anni dopo, nel 2015: a batterlo stavolta è Novak Djokovic, anche in questo caso in due set.
Roma per molti, ma non per tutti
Siamo partiti da Federer e ci tocca fare un salto a ritroso nel tempo fino ai primi anni '70 quando al Foro Italico si affacciò, anche piuttosto timidamente, Jimmy Connors: due edizioni consecutive nel 1972 e 1973 con uscita di scena al secondo turno, 'Jimbo' tornerà poi a Roma nel 1989 e si spingerà fino al terzo turno dove sarà eliminato da Bruguera.
Se invece spostiamo l'attenzione su John McEnroe, il suo è stato vero disinteresse: Roma non è mai stata nel suoi pensieri, salvo nel 1987 quando comunque la sua stella era in fase calante. Ma McEnroe resta 'The Genius' e aveva ancora qualche cartuccia da sparare, sufficiente quanto meno ad arrivare in semifinale dove a 'impallinarlo' ci pensò Mats Wilander che poi avrebbe vinto il torneo in finale contro Martin Jaite.
Diversa la storia di Boris Becker che nemmeno maggiorenne, nel suo memorabile 1985, giunse in semifinale a Roma dove venne fermato dal futuro vincitore Yannick Noah: pochi mesi dopo il 'tedeschino' avrebbe stupito il mondo vincendo a 17 anni e 227 giorni il suo primo torneo di Wimbledon. Relativamente al Foro Italico, Becker ci torna anche nel 1986 dove si ferma ai quarti al cospetto di Emilio Sanchez. Otto anni dopo, nel 1994, giunge fino in finale dove però viene 'massacrato' in tre set da Pete Sampras. Ultima partecipazione nel 1997, ma siamo già al canto del cigno della sua carriera: viene eliminato al terzo turno da Ivanisevic. Disco rosso a Roma anche per un altro grandissimo tennista, contemporaneo di Becker: Stefan Edberg.
Lo svedese fece la sua prima 'comparsata' capitolina nel 1984 giungendo al secondo turno e prendendo una sonora batosta in due set da Marcel Freeman. Poi si terrà lontano dagli Internazionali d'Italia fino al 1995 quando si spinge fino al quarti dove viene travolto da Ferreira (6-1 6-1). Si permette un'altra apparizione l'anno successivo, la sua ultima stagione nel tennis, e anche in questo caso viene eliminato ai quarti, stavolta da Krajicek.