Mentre il Giro d'Italia di Ciclismo avanza e si appresta a giungere alle battute finali, con l'arrivo conclusivo previsto per domenica 25 ottobre a Milano, la tappa di ieri 21 ottobre, terminata a Madonna di Campiglio, ha fatto tornare a parlare di Marco Pantani.

Durante la gara, con il traguardo posto proprio nella cittadina alpina, l'ex campione Mario Cipollini, intervenendo su Radio 1 Rai, ha sottolineato che l'Italia avrebbe dovuto proteggere meglio un campione come Marco Pantani: "Mi viene la pelle d'oca - ha detto l'ex campione del mondo 2002 - a pensare che sette procure abbiano indagato su un ciclista".

Per Cipollini questa situazione è la dimostrazione lampante di come il ciclismo sia debole e poco organizzato.

Mario Cipollini: 'Il Paese avrebbe dovuto proteggere meglio Marco Pantani'

L'ex ciclista Mario Cipollini, nella giornata in cui il Giro d'Italia ha visto l'arrivo di tappa a Madonna di Campiglio, ha parlato di Marco Pantani nel corso della trasmissione radiofonica di Radio 1 "Sulle strade del Giro". L'ex ciclista lucchese ha parlato proprio in occasione della tappa che nel 1999 vide un momento cruciale della vita Marco Pantani. Il fuoriclasse di Cesenatico venne estromesso dal Giro d'Italia per un livello di ematocrito troppo alto.

L'ex campione del Mondo del 2002 a Zolder ha le idee molto chiare e ha affermato che Pantani è stato un uomo che il sistema Italia e il Paese avrebbero dovuto proteggere molto meglio di quanto non sia stato fatto: ''Quando sette procure diverse indagano su un ciclista, a me personalmente viene la pelle d'oca.

Non so se Pantani sia stato lasciato solo, ma è evidente che la politica sportiva avrebbe dovuto svegliarsi e intervenire per proteggerlo".

L'ex campione Mario Cipollini: 'Il ciclismo è debole e poco organizzato'

Mario Cipollini ha rivelato anche che lui e Pantani erano d'accordo per correre una stagione insieme, progetto poi non andato in porto.

Poi l'ex velocista analizza il caso di Marco Pantani, sostenendo che il ciclismo, a suo avviso, sarebbe uno sport che ha una doppia velocità: c'è il pubblico che sostiene sempre gli atleti e le strade che rendono grandi i corridori. Ma, parallelamente a questa situazione, ci sono anche delle debolezze e delle lacune che non dovrebbero esistere quando si parla di una disciplina di altissimo livello come il ciclismo.

"Se noi pensiamo - ha argomentato in diretta su Radio 1 Rai - che la vita di Marco Pantani è legata a una provetta che è stata portata via senza nessuna garanzia, possiamo facilmente comprendere come il ciclismo sia veramente una realtà debole e poco organizzata".