Stephen Curry potrebbe raggiungere l’anno prossimo LeBron James ai Lakers e formare, con il Re e con Anthony Davis, un trio da sogno. A lanciare la 'bomba' è stato il giornalista Nick Wright. Negli ultimi tempi Lebron e Steph sembrano essere molto in sintonia, come si è visto durante l’ultimo All-Star Game. Si ricorda che il numero 30 dei Golden State Warriors nel 2022 sarà libero di firmare con chiunque.

L’All-Star Game 2021

Per la prima volta nella loro carriera, le due star hanno giocato insieme nell’ultima partita delle stelle, vinta da team Lebron - che oltre a loro poteva contare su un quintetto stellare con Antetokounmpo, Jokic e Doncic - per 170-150.

Sia LeBron James che Stephen Curry hanno dato l’impressione di essersi divertiti molto nel giocare assieme, e prima dell’ultima sfida tra Los Angeles Lakers e Golden State Warriors hanno riso e scherzato moltissimo.

Al termine della partita l’ex Cavs si è anche detto di essere molto contento di aver giocato con Stephen Curry”. Altro possibile segnale di apertura, quello che sperano in molti. È arrivato il momento per i due di giocare assieme.

La rivalità sportiva

Tra il 2015 e il 2018, Stephen Curry e Lebron James, che al tempo giocava ancora con i Cleveland Cavaliers, hanno dato vita a una grande rivalità sportiva. I Golden State Warriors e I Cavs sono arrivati per tutti e quattro gli anni all’ultimo atto, evento mai accaduto prima nella storia degli sport americani.

Le finali NBA

Il primo confronto alle finali tra Lebron James e Stephen Curry si ebbe nel 2015, vinto da quest’ultimo in sei gare. Certo che, se Cleveland fosse stata al completo - aveva diversi infortunati tra cui Kyrie Irving e Kevin Love - sarebbe potuta andare diversamente.

Nel 2016 i Cavaliers si presero la rivincita, battendo i campioni in gara-7 dopo esser stati sotto 3-1, diventando così la prima squadra la prima, e finora unica, squadra alle finali a rimontare e vincere il titolo.

Nel 2017 e nel 2018 fu Curry a vincere, nel 2017 in cinque gare e nel 2018 in sole quattro gare, grazie all’arrivo di Kevin Durant nella baia e anche alla contemporanea partenza di Irving direzione Boston.

Dopo essersi contesi i titoli per ben quattro anni, questa sarebbe l’occasione giusta per tentare di andare insieme all’assalto del Larry O’Brien Trophy.

Come potrebbero giocare

Se Stephen Curry decidesse di andare a Los Angeles sponda lakers, a quel punto per coach Frank Vogel ci sarebbero almeno due diversi modi di far convivere lui, Anthony Davis e Lebron James.

Il primo, quello più probabile, vedrebbe il tre volte campione NBA nel ruolo di playmaker, con Lebron James che tornerebbe al suo ruolo originale di ala piccola.

La seconda opzione sarebbe quella di far giocare Lebron da playmaker e Curry da shooting guard. In entrambi i casi Davis giocherebbe da quattro, e Montrezl Harrell da cinque.

Però, il vero grande dubbio è se entrambi saranno disposti a cambiare il loro modo di giocare. Quando giocava con Durant, Curry in parte lo ha fatto, ma non è detto che lo faccia anche con Lebron.

In ogni caso, tutti gli allenatori del mondo vorrebbero nella loro squadra questi due e Anthony Davis, giocatori intelligenti e che in breve tempo sapranno trovare il modo di convivere.

Come stanno le cose

Allo stato attuale, ci sono solo (tante) voci su un possibile trasferimento ai gialloviola di Stephen Curry. A parlare per primo di questa possibilità è stato il giornalista Nick Wright, poi anche Kendrick Perkins e Paul Pierce, e tutti e tre hanno detto che non sarebbero sorpresi.

Steph vuole tornare a competere per il titolo, mentre James e Davis hanno bisogno di lui, così da poter competere veramente alla pari con i Brooklyn Nets.

È giusto ricordare, però, che Curry ha sempre detto di voler fare tutta la carriera a San Francisco insieme a Klay Thompson.

Quest’ultimo, in passato, fu vicino ai Lakers, ma decise di restare nella baia.

Però non è detto che Curry faccia lo stesso. Ha sempre detto che gli interessa solo vincere, e in questo momento i Warriors non sono la squadra migliore per arrivare fino in fondo. La dirigenza, poi, non vorrà certamente far andar via tanto facilmente quello che da oltre un decennio è l’uomo-immagine del club.