Jacques Villeneuve ha tagliato un traguardo importante, i suoi 50 anni e li festeggia in Italia, a Somma Lombardo in provincia di Varese dove vive ora con la moglie e i quattro figli. Il nostro paese, del resto, è stata una seconda patria per un autentico 'zingaro' del motore, nonostante la sua carriera lo abbia portato ovunque. Porta un cognome pesante, suo padre Gilles è stato forse l'ultimo dei 'cavalieri epici' di una Formula 1 d'altri tempi, un celebre tragico incidente lo ha portato via ancora giovane, quando Jacques aveva 11 anni. Il confronto con il mito paterno lo ha accompagnato a lungo e anche 'schiacciato' in un certo senso, probabilmente fino al 26 ottobre 1997 quando alla guida della Williams motorizzata Renault riuscì nell'impresa che a suo padre era sfuggita, quella di laurearsi campione del mondo di F1.

Ma il cognome Villeneuve resta comunque ancorato al nome di Gilles, nonostante tutto. "Lui viveva di passione pura - dice in proposito Jacques - ed è per questo che è ancora nel cuore della gente".

'Il mondiale di Formula 1 finalizza il lavoro di una stagione, ma devo molto alla Indy 500'

Jaques Villeneuve nella sua carriera è andato vicinissimo alla cosiddetta 'Triple Crown', riconoscimento virtuale che va al pilota capace di centrare i tre trofei automobilistici più prestigiosi: il mondiale di F1, la 500 miglia di Indianapolis e la 24 ore di Le Mans. L'unico a riuscirci è stato Graham Hill mentre Villeneuve si è fermato a 'due terzi dell'opera' dopo la Indy 500 nel 1995 e il titolo iridato di F1 due anni dopo.

A Le Mans ha corso nel 2006 arrivando secondo. "Conta di più il mondiale di F1 perché finalizza il lavoro di una stagione - ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport - ma è grazie alla Indy 500 che sono arrivato in F1. Credo che nella Indy si corra più da gladiatori, i piloti regolano in pista i loro conti come accadeva in F1 fino agli anni '80'.

'Con Schumacher non siamo mai andati d'accordo'

Fu certamente gladiatorio, però, anche il mondiale vinto nel '97 deciso all'ultima gara, quando Michael Schumacher sulla sua Ferrari tentò di farlo finire fuori pista nel tentativo di evitare il sorpasso, ma fu il tedesco ad avere la peggio finendo insabbiato. Tra i due non correva buon sangue, come conferma l'ex pilota canadese.

"Non abbiamo mai avuto un rapporto, non siamo mai andati d'accordo e dopo quanto accaduto in quell'occasione nessuno dei due ha fatto un passo (intende per chiarirsi)".

A differenza di suo padre, leggenda del cavallino, lui è stato visto come uno dei più acerrimi rivali della scuderia di Maranello. "Naturale, in quel campionato lottavo contro la Ferrari che aveva Schumacher e non c'era posto per un Villeneuve', commenta in proposito.

Il mito paterno

A conti fatti, in Formula 1 Jacques ha vinto decisamente più di Gilles, ma il mito resta sempre il padre. "Papà è un mito perché ai suoi tempi i piloti giocavano con la vita. Vero che lui a volte faceva tanti danni alle macchine, ma riusciva a portare la vettura dove altri piloti non riuscivano".

Ammette però di non essere mai sceso in pista pensando al celebre genitore, nemmeno agli esordi. "Se devo essere sincero, ho pensato a mio padre solo a Zolder (il circuito dove morì Gilles a maggio del 1982), quando ho corso con la Nascar".