Matteo Berrettini è il primo finalista italiano della storia a Wimbledon e, questa domenica 11 luglio, sfiderà Novak Djokovic per conquistare il prestigioso trofeo messo in palio nel torneo inglese.

Che in quel di Londra l'11 luglio, nel tempio del calcio e in quello del Tennis (Wembley e Wimbledon, appunto), si potessero giocare due finali con italiani in campo in pochissimi lo avrebbero scommesso fino a pochi giorni fa. Eppure sarà così: Berrettini e la nazionale di calcio, a pochi chilometri di distanza e a poche ore l'uno dall'altra, si apprestano a regalare grandi emozioni agli sportivi italiani.

Il cammino di Berrettini a Wimbledon

Wimbledon è un torneo che si svolge nell'arco di due settimane perché ha come tipicità il fatto di essere ogni match al meglio di 3 set su 5. Il cammino che il giovane tennista romano ha sostenuto, fino alla meritatissima finale ottenuta, è stato segnato da diversi incontri vinti al quarto set.

Il suo primo incontro era stato il 30 giugno con l'argentino Pella, Berrettini lo ha vinto in quattro set (con un sonoro 6-0 finale). Nei turni seguenti ha trovato prima l'olandese van de Zandschulp e poi lo sloveno Bedene, entrambi superati dall'azzurro in tre set. Così come avvenuto anche ali ottavi di finale contro il bielorusso Ivaska. Decisamente più faticoso è stato il match dei quarti contro il canadese e Auger-Aliassime, superato al quarto set.

In semifinale il romano ha poi incontrato il polacco Hurkacz (che ai quarti aveva eliminato il leggendario Roger Federe, con un pesante e umiliante 6-0 nel terzo e ultimo set). E, nei quattro set complessivi, stavolta è Berrettini a infliggere al polacco un 6-0 (al secondo set) che tanto sa di "vendetta" perpetrata in onore del mito svizzero del tennis.

Il torneo di Berrettini nei numeri

I numeri complessivi di Berrettini nel torneo, con la vittoria di venerdì in semifinale, parlano di un giocatore che ha segnato durante tutto il torneo ben 101 aces totali, ha commesso solo 12 doppi falli, ha avuto una percentuale media di prime superiore al 65%, una percentuale media di punti vinti con la prima di servizio di circa l'84%, che scende invece al 65% per quanto concerne i punti vinti con la seconda di servizio.

Numeri che raccontano di una crescita impressionante, anche per merito del coach Santopadre, capace di lavorare sulla tecnica e con l'ausilio del mental coach anche sulla concentrazione di un giovane che dopo l'infortunio alla spalla dei mesi scorsi rischiava di "perdersi".

Berrettini, le parole a fine partita

Come era ovvio che fosse il giocatore ha dedicato la vittoria alla famiglia presente in tribuna, alla fidanzata e al suo team. Poi ha aggiunto: "Sono arrivato sino a qui, ora devo crederci!"

Tutto questo avveniva in attesa di conoscere l'altro finalista del match tra Shapovalov e Djokovic, conclusosi poi con la vittoria di Nole, per una finale che, stando al tipo di gioco dei due tennisti, potrebbe essere tra le più belle viste negli ultimi anni a Wimbledon.