Verrebbe da dire 'comunque vada si fa la storia' e se Novak Djokovic quella del Tennis sta contribuendo a riscriverla, Matteo Berrettini ne ha appena aggiunto un capitolo davvero importante per il nostro paese. Nessun italiano, infatti, era mai giunto in finale a Wimbledon perché Nicola Pietrangeli nel lontano 1960 si era fermato in semifinale al cospetto di Rod Laver. Per il giovane romano, però, l'aria del Grande Slam porta davvero bene, se consideriamo che nel 2019 si spinse fino alle semifinali negli Us Open. Se però si osserva il numero 1 del mondo nonché detentore del trofeo di Wimbledon (quello del 2019 conquistato battendo Roger Federer in una sfida epica, l'anno scorso il torneo saltò, ndr) si nota qualcosa di 'alieno'.

Battendo Berrettini domenica 11 luglio, infatti, Nole eguaglierebbe a quota 20 il record di Slam detenuto dai suoi grandi rivali, Roger Federer e Rafa Nadal e vincerebbe il terzo major di stagione: sarebbe dunque a un passo dal Grande Slam, impresa che nell'era open è riuscita solo a Rod Laver. Lo stesso fuoriclasse serbo si è dichiarato "molto motivato dall'impresa storica", ma nel contempo non perde di vista il suo avversario in finale, ha troppa esperienza per guardare già oltre.

'In questa fase della mia carriera gli Slam sono tutto'

Il tempo passa per tutti, purtroppo, anche per i tre più grandi tennisti dei nostri tempi. Federer ha dovuto alzare bandiera bianca sul campo in quello che più di tutti è il suo torneo, Nadal non era presente riconoscendo al suo fisico limiti che certamente qualche anno fa non aveva.

Djokovic ha compiuto 34 anni lo scorso maggio ed è consapevole che, comunque vada, la sua carriera non può essere eterna. "In questa fase della mia carriera i tornei del Grande Slam sono tutto - ha detto dopo la semifinale vinta contro Denis Shapovalov - e del resto sono sempre stati gli eventi che contano di più del nostro sport.

Ho avuto il privilegio di fare la storia del tennis e mi riempie il cuore tutte le volte che vedo davanti a me qualcosa di storico. Mi ispira poterlo fare e mi motiva, ma devo pensare al presente, ora penso solo a vincere il prossimo match".

Berrettini: 'Non sognavo di fare la finale di Wimbledon, perché pensavo non fosse possibile'

Matteo Berrettini è come un bambino che entra per la prima volta in una ricca gelateria, quasi incredulo dopo la sua meritata vittoria contro Hubert Hurkacz che lo ha spedito in finale a Wimbledon.

Ma quando gli chiedono se sta vivendo un sogno scuote la testa. "Non lo sognavo perché pensavo che non potesse realizzarsi, ora vincere Wimbledon è un sogno perché si può fare". Per lui due precedenti contro Djokovic entrambi negativi: la sconfitta in due set alle Finals del 2019 e quella in quattro set ai quarti di finale dell'ultima edizione del Roland Garros. "La partita sarà diversa, la superficie innanzitutto sarà differente e Novak gioca differente sull’erba, anche se è sempre lo stesso giocatore con le stesse caratteristiche.

Sarà una finale e non un quarto di finale e anche questo è da tenere in considerazione, ma cercherò di giocare e godermela come oggi".

Per il suo avversario sarà la trentesima finale di uno Slam, la settima a Wimbledon dove ha vinto cinque volte ed è stato sconfitto soltanto da Andy Murray nel 2013.