Il Tour de France 2021 è iniziato da meno di una settimana (sabato 26 giugno), ma nonostante ciò già imperversano le polemiche. Nelle prime cinque tappe della Grande Boucle le grandi protagoniste sono state soprattutto le cadute che hanno coinvolto i ciclisti.

Il tema si è proposto fin dalla prima tappa quando una tifosa a bordo strada ha colpito con un cartello di cartone Tony Martin, facendolo rovinare in terra. Tutto ciò ha provocato una caduta a catena che ha riguardato una decina di corridori. La signora in questione è stata fermata dalle forze dell'ordine francesi il 30 giugno.

I problemi relativi alla sicurezza del Tour non riguardano soltanto il presunto comportamento poco responsabile dei tifosi. Infatti sotto accusa è finito anche il percorso che, secondo alcuni addetti ai lavori, presenta numerose criticità, con strade strette che hanno delle curve quasi a 90 gradi. Tra i più critici verso il tragitto della corsa transalpina c'è stato Marc Madiot, dirigente del team Groupama-FDJ.

Madiot: 'Non voglio vedere mio figlio fare il ciclista professionista'

Marc Madiot, direttore sportivo della Groupama-FDJ (team francese che ha in squadra David Gaudu e Arnaud Démare), che prima di divenire dirigente è stato anche un corridore e ciclocrossista, ha affermato di essere un "padre di famiglia" e di sperare che suo figlio non voglia diventare un ciclista professionista dopo quanto accaduto "sulle strade del Tour".

Il riferimento - anche se l'ex atleta non lo ha menzionato esplicitamente - riguarda probabilmente la mancanza di tutele verso la salute dei corridori. Il direttore sportivo ha proseguito dicendo che questo "non è più Ciclismo", criticando in particolar modo il tragitto scelto dall'organizzazione della Grande Boucle che prevede la percorrenza ad alta velocità di strade molto strette.

Nelle battute finali del suo intervento, Madiot ha sentenziato: "Se non cambiamo, avremo dei morti".

Le cadute al Tour hanno interessato anche corridori che lottano per la classifica generale

Come anticipato in apertura, le cadute sono state tra le principali protagoniste delle prime tappe del Tour. Sono diversi, infatti, i corridori finiti in terra: tra questi ci sono anche alcuni atleti che alla vigilia erano stati indicati tra i favoriti per la classifica generale.

Ad esempio Primoz Roglic, capitano della Jumbo-Visma, è caduto durante la terza frazione.

Il ciclista sloveno ha sbattuto sulla strada con il fianco destro, e l'impatto è stato così forte da strappargli il pantalone e la maglia. Al termine della terza tappa Roglic è stato portato in ospedale per sottoporsi a tutti gli accertamenti del caso che hanno dato esito negativo e hanno permesso al campione 31enne di tornare in gara per competere per la vittoria finale.