Guai con la giustizia per il ciclista Remco Evenepoel in forza alla Quickstep. Il corridore, attualmente impegnato nella Tirreno-Adriatico, è stato oggetto di una sentenza che lo ha condannato al ritiro della patente per tre settimane, oltre all'obbligo di pagamento di una multa che ammonta a circa 400 euro. Il fatto che ha portato Evenepoel a essere punito risalgono a novembre del 2020, ma il procedimento giudiziario che ha formulato la condanna è stato effettuato solo ieri, mercoledì 9 marzo.

Il ciclista guidava la macchina 50km/h oltre il limite massimo di velocità

Il ciclista è stato accusato e condannato per il reato di eccesso di velocità. Un radar, infatti, lo ha pizzato mentre era intento a guidare per Ninoofsesteenweg, una via di Scheepdal, piccolo paesino di 5mila abitanti del Belgio dove risiede. In quel tratto stradale il limite massimo di velocità è infatti di 70km/h. Evenepoel, invece, lo stava percorrendo a una velocità pari a 125 km/h. Oltre 50 chilometri orari in più rispetto a quanto consentito.

Al termine delle tre settimane senza patente, Evenepoel dovrà sottoporsi nuovamente all'esame teorico di guida: questo perché, quando ha effettuato l'infrazione era in possesso della patente da meno di due anni.

All'epoca dei fatti, Remco aveva 20 anni ed era in piena riabilitazione dopo l'incidente subito al Giro di Lombardia.

Il legale del ciclista: 'Velocità intollerabile, ammette il suo errore'

Secondo quanto dichiarato da Het Laatste Nieuws, Evenepoel quando ha effettuato l'infrazione si trovava a un evento sponsor che è terminato ben oltre l'orario previsto.

Per questo motivo, una volta in macchina non ha rispettato i limiti di velocità per non arrivare in ritardo all'appuntamento con il fisioterapista. Nonostante questo, comunque, è ovvio che una velocità simile non sia mai giustificabile, come ammesso dallo stesso ciclista tramite le dichiarazioni rilasciate dal suo legale.

Al procedimento, infatti, Evenepoel non era presente a causa dei suoi impegni agonistici.

All'udienza il suo avvocato, Kristof Callebaut, ha definito la velocità di Remco come "intollerabile" e che il ciclista ha "ammesso il suo errore". Il legale ha comunque voluto difendere l'immagine pubblica del proprio assistito, rigettando al mittente le dichiarazioni di coloro che tendono a definire il ciclista come un "ragazzo terribile". Callebaut, infatti, ha precisato che il ciclista conduce una "vita esemplare", cosa peraltro necessaria quando si corre ai suoi livelli.