Negli scorsi giorni si è corso il Giro d'Italia Under 23, in cui i risultati ottenuti dei corridori italiani sono stati decisamente peggiori rispetto ai top della manifestazione. Tale gap si è particolarmente evidenziato nelle frazioni più dure, come quella che da Pinzolo portava a Santa Caterina Valfura.
Davide Cassani critica le parole di alcuni direttori sportivi italiani
Tale tappa, effettivamente, era decisamente molto complicata. Durante la frazione, infatti, i ciclisti hanno dovuto scalare (tra le altre) la salita del Passo di Guspessa: 10 km totali con una pendenza media superiore all'11%.
La tappa, alla fine, è stata dominata da Leo Hayter, poi vincitore della classifica generale. Il ciclista italiano con il miglior piazzamento nella frazione è stato Davide Piganzoli, arrivato a poco meno di otto minuti di distanza dalla vetta.
Al termine della frazione, qualche direttore sportivo italiano ha lamentato l'eccessiva difficoltà della tappa. Cosa, questa, che non è affatto piaciuta a Davide Cassani. L'ex Commissario Tecnico della Nazionale, sul proprio profilo Facebook, è entrato a gamba tesa sulla questione, lamentando un problema di mentalità all'interno del movimento ciclistico italiano. Cassani, infatti, ha sottolineato lo scarso risultato dei corridori azzurri e ha criticato la mancanza di autocritica: "Non ho sentito nessuno dire 'dove stiamo sbagliando?' o 'Perché nei percorsi duri i ciclisti stranieri vanno meglio di noi?', ma ho sentito tanti attaccare il percorso perché troppo duro".
'Percorso duro? Gli stranieri apprezzano, gli italiani criticano'
Secondo Cassani tale atteggiamento dei diretto sportivi è la manifestazione di un eccessivo senso di protezione verso i ragazzi: "Come quando i ragazzi tornano a casa con un quattro come voto e i genitori attaccano i professori". Secondo l'ex CT, dunque, il problema vero del ciclismo italiano è uno: la mentalità definita "sbagliata".
Ciò, infatti, fa sì che non vi sia una riflessione sugli errori ma, anzi, ci si limita ad attaccare gli organizzatori che "cercano di offrire dei palcoscenici credibili, facendo dei miracoli".
Cassani, poi, lancia la stoccata: "Oggi non abbiamo un ciclista in grado di vincere una grande corsa a tappe e questa mancanza continueremo ad averla anche nei prossimi anni". L'ex CT, infine, ha sottolineato come ci siano delle squadre straniere capaci di partecipare ogni mese a un grande giro: cosa che non avviene per nessun team italiano "a parte tre squadre".