In sede di separazione è di preliminare importanza la disciplina riguardante la vita della prole della coppia. L'affidamento condivisorisulta essere la regola, salvo essere derogato in casi eccezionali e sottoposti al dovuto vaglio valutativo e anche discrezionale del giudice. Il presupposto di siffatta regola si poggia su uno standard equitativo del tenore di vita di entrambi gli ex coniugi. Colui che è gravato dall'obbligo di versare l'assegno di mantenimento, in genere, non ha la l'affidamento materiale e soprattutto quotidiano dei figli; da qui, si giustifica la ratio del dovuto spostamento patrimoniale.
Ma cosa accade se i figli vanno a vivere presso l'abitazione dell'ex coniuge tenuto a versare l'importo del predetto assegno? La Cassazione conl' ordinanza n. 8151 del 22 aprile, ha statuito sulla diminuzione della somma.
Il caso dei due ex coniugi con redditi equivalenti
Nel caso in esame, i protagonisti della vicenda, godono di un reddito sostanzialmente equivalente, ragion per cui non è stato pronunciato alcun obbligo di mantenimento in favore della moglie. Quest'ultima era in un primo momento collocataria dei figli. In un momento successivo, i minori, sono stati spostati presso la dimora del padre. In casi di tal tipo, cioè, di sopravvenuti mutamenti a ciò che era inizialmente il contenuto dell'accordo, è del tutto pacifico un procedimento di revisione dell'importo del mantenimento, anche se prima non era dovuto e previsto.
Essere collocatari dei figli comporta un maggior esubero di spese e una minore entrata di introiti volti ad unagestione personale. La rivisitazione delle condizioni economiche è consentita in base a due indiscussi parametri normativi. Il primo riguarda la previsione dell'obbligo di mantenimento dei figli in capo ad entrambi i genitori in misura proporzionale al proprio reddito e la seconda consiste nella tendenziale omogeneità del tenore di vita dei coniugi anche dopo la separazione. Il principio della possibile modifica dell'importo dell'assegno di mantenimentoè stato ribadito in vari arresti giurisprudenziali della Cassazione.