Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini è tornato a parlare di un tema caro a molti italiani, in particolare agli elettori della Lega. Ci riferiamo alla flat tax, la famosa "tassa piatta" che nelle intenzioni del partito del vicepremier dovrebbe diventare entro pochi anni il regime fiscale della maggioranza degli italiani. Durante un'intervista radiofonica rilasciata ai microfoni dell'emittente "Rtl 102.5" Salvini ha commentato le stime fornite dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, secondo il quale sarebbero necessari almeno 50 miliardi di euro per poter attuare la riforma.
Salvini ha definito "strampalati" questi numeri, sostenendo che si stanno esaminando tutte le possibilità , facendo tutti i conti. Ma il presupposto logico di tutto ciò, secondo il leader della Lega, è che se si abbassano le tasse alla fine "lo Stato incassa di più". E fornisce anche delle cifre precise. Infatti, dice Salvini, con un iniezione iniziale di almeno 12 - 15 miliardi di euro si può assestare un bel colpo alla pressione fiscale non aiutando tutti "ma certamente molti".
La puntualizzazione di Armando Siri
Le parole del vicepremier fanno direttamente seguito ad una precisazione del padre della flat tax, il Sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri. Come riporta il quotidiano "La Repubblica", ieri Siri aveva affermato di non sapere se esistesse o meno uno studio di fattibilità della riforma fiscale.
Ma, ha chiarito Siri, se anche un simile studio esistesse non potrebbe riferirsi assolutamente alla proposta avanzata dalla Lega Nord. Come precisato da Matteo Salvini, infatti, in una prima fase la flat tax dovrebbe impegnare dai 12 ai 15 miliardi di euro come accennato sopra. Questo, però, per Siri dovrebbe avvenire in una seconda fase garantendo un abbassamento delle Tasse a tutte quelle famiglie con un reddito annuo lordo complessivo di circa 50.000 euro.
Di conseguenza, lo studio del Mef che parlerebbe ci quasi 60 miliardi di euro non potrebbe riferirsi alla proposta delle Lega.
La precisazione di Salvini
Nello stesso tempo, Matteo Salvini, nel corso di un intervento in Basilicata, ieri ha precisato che vorrebbe strutturare la flat tax a livello familiare. Facendola partire subito nel corso del 2019 per i lavoratori dipendenti. Come mette in evidenza il quotidiano romano "Il Messaggero" si tratterebbe di una doppia aliquota sul reddito familiare con deduzioni progressive a seconda della soglia di reddito annuale. Proposta che avrebbe ricevuto anche una timida apertura da parte del partner di Governo e Vicepremier Luigi Di Maio, il quale auspica che sulla flat tax familiare si trovi una soluzione senza ricorrere a "facili promesse" di berlusconiana memoria. Anche perché, come hanno ricordato sia Salvini che Siri, la flat tax fa parte del contratto di Governo.