Il Decreto Crescita, come annunciato dallo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dovrebbe essere approvato in tempi oramai celeri, probabilmente entro la prossima settimana. Il testo del Decreto, infatti, dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri già domani venerdì 4 aprile a meno di ulteriori rinvii. Ma all'interno del decreto dovrebbero esserci delle disposizioni che allargano ulteriormente la gamma delle Tasse che possono essere coinvolte dalla definizione agevolata delle cartelle esattoriali, meglio conosciuta come Rottamazione - ter.

La possibilità di allargamento alle tasse locali

Secondo quanto anticipato da diverse fonti giornalistiche, all'interno del perimetro delle norme che disciplinano la Pace Fiscale in ambito "nazionale", il Decreto Crescita dovrebbe consentire ai Comuni italiani, alle Province e alle Città Metropolitane, la facoltà di estendere le disposizioni agevolative anche a quei ruoli o ingiunzioni di pagamento che in precedenza restavano escluse dalla Rottamazione ter. Fondamentalmente si tratta di tutte quelle cartelle esattoriali che non erano di competenza della ex Equitalia o dell'Agente che l'ha sostituita, cioè l'Agenzia delle Entrate Riscossione.

Le imposte rientranti nelle nuove disposizioni

Come messo in evidenza dal sito di notizie fiscali "informazionefiscale.it" la norma presente nel Decreto Crescita che dovrebbe concedere agli Enti locali la facoltà di escludere le sanzioni e gli interessi dovuti sui ruoli affidati a Società di Riscossione private riguarda non solo le multe automobilistiche ma anche le sanzioni e gli interessi relativi ai mancati pagamenti di Imu, Tasi, Tari e Irap insieme anche a Tosap e imposta di soggiorno.

Per quanto riguarda questa facoltà concessa agli Enti Locali, nella bozza del Decreto Crescita è inserito un articolo denominato "Estensione della definizione agevolata delle entrate regionali e degli enti locali". Ovviamente, dato che si tratta di una facoltà concessa a Comuni, Province e Città Metropolitane, saranno gli Enti stessi che dovranno decidere autonomamente se avvalersene oppure no.

Per questo la norma contenuta nella bozza di Decreto concede alla Pubblica Amministrazione interessata 60 giorni di tempo per esercitare o meno l'opzione a favore dei propri cittadini - contribuenti. A questo scopo ogni Ente dovrà emanare una specifica delibera. Ricordiamo che, eventualmente, potranno essere inserite nelle nuova versione della Pace Fiscale tutte le imposte e i tributi notificati tra il 2000 e il 2017.