La multinazionale Accenture Lab di Bangalore è stata la vera protagonista al Mobile Word Congress 2018 di Barcellona, dove ha promosso una tecnologia rivoluzionaria che permette agli ipovedenti di riconoscere meglio il mondo circostante che purtroppo appare loro non nitido. L'intelligenza artificiale applicata allo Smartphone prende il nome di Drishti.

Questo nome è stato scelto dagli ideatori perchè nel linguaggio sanscrito vuol dire "visione", il che ci anticipa la funzione di questa applicazione e l'aiuto che vuole offrire.

Come funziona Drishti

L'azienda americana ha collaborato con la National Association for the Blind in India per sviluppare questa innovazione digitale nell'ambito della strategia Tech4Good.

Drishti sfrutta complessi algoritmi per riconoscere i volti umani, generare un linguaggio naturale e comprensibile a chi si affida a questa tecnologia, per rielaborare informazioni e restituirle in tempo reale. Questo permette a chi ha deficit visivi di affrontare la vita quotidiana più serenamente e con meno restrizioni.

Con un solo tocco sullo schermo dello smartphone, l'applicazione Drishti è in grado di scattare una foto, di analizzare l'ambiente circostante e di raccontarlo vocalmente in maniera molto fedele.

Riesce, per esempio, a descrivere se in quel momento sta passando un'auto e di che colore è oppure a dire se su un tavolo è posizionato un oggetto, descrivendone il colore e l'eventuale marca.

Drishti, però, è molto di più, perché ha come obiettivo di migliorare i rapporti interpersonali degli ipovedenti, sa dire quante persone ci sono vicino a loro, se sono uomini o donne, se sono sedute o in piedi, che età hanno, ma soprattutto che emozioni provano in quel momento, se sono arrabbiate, tristi, felici o sorridenti.

Accessori di Drishti

Ci sono poi accessori che interagiscono con lo smartphone su cui è installata l'applicazione Drishti. I più importanti sono gli Smart Glasses, occhiali collegati via bluetooth al cellulare. Questi possono aiutare gli ipovedenti ad identificare gli ostacoli che si possono incontrare lungo la strada, come ad esempio un palo, una transenna o una bici.

Con questi accessori è possibile anche far comprendere a Drishti delle parole scritte grazie al riconoscimento ottico dei caratteri (OCR). In questo modo anche gli ipovedenti possono leggere un libro.

Questa intelligenza artificiale è davvero all'avanguardia nell'ambito delle sfide sociali e umanitarie che la tecnologia digitale si è prefissata di vincere. Possiamo soltanto immaginare l'impatto positivo che potrà avere sui bambini ipovedenti. Essi potranno interagire meglio con il mondo circostante, ma soprattutto con le persone, non sentendosi esclusi, e si potranno conseguentemente evitare disturbi comportamentali che altrimenti sarebbero curati con sedute psichiatriche.