Scuola e resistenza alle narrazioni dello Stato islamico e dell’islamofobia”. Era il bel titolo del convegno tre giorni fa a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale. Suonava come un monito a non cadere nel facile orientalismo che da Edward Said in poi è diventato sinonimo di sospetta superficialità degli studiosi occidentali nel trattare di musulmani. I temi erano: Islam che in arabo sta per sottomissione ad Allah, violenza della Jihad, peraltro nel Corano citata solo quattro volte con significati molto sfumati.

Si è parlato poi di immigrazione, terrorismo e radicalizzazione.

Gli ultimi due concetti sono spesso associati, perché l'Islam sia sciita sia sunnita è spesso radicalizzato, in nome della tradizione religiosa (salaf). Un terrorista islamico è per forza di cose un salafita,proveniente dalla moschea. Non può essere altrimenti, perché trova i suoi principi nell'estremizzazione della tradizione religiosa. Poi vengono le questioni geopolitiche come il sentimento di inferiorità dei musulmani di fronte all'egemonia orientalistica occidentale e ora forse la volontà dell'Isis di compiere attentati jihadisti in Occidente per avere un ritorno di immagine politico in Oriente.

E' questo che ha voluto dire Marta Dassù,viceministro degli Affari esteri, nel suo intervento video, sottolineando quanto la coesione sociale sia un elemento fondamentale in una società che vuole, e ha l’obbligo, di capire le radici profonde di fenomeni moderni come jihadismo, terrorismo ed estremizzazione.

Da parte sua, Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, ha messo in evidenza l’importanza di una corretta informazione su temi così delicati e attuali, costantemente presenti sui giornali e nelle trasmissioni televisive.

L'Islam a scuola

In quest'occasione sono stati premiati i lavori multimediali presentati dagli studenti degli istituti superiori: Itis Pininfarina di Moncalieri, Iiss Baldessano-Roccati di Carmagnola, Iis Prever di Pinerolo, Liceo Curie di Collegno, Liceo e Istituto magistrale Berti, Liceo Cattaneo, Itis Peano, Liceo Volta e Itis Grassi, questi ultimi tutti di Torino.

Era lo stesso argomento trattato nelle giornata conclusiva del Salone del Libro da Franco Cardini e Pietrangelo Buttafuoco, scrittore siciliano diventato musulmano. Invece l'ultimo libro dello storico Cardini è "Istanbul" , modello di capitale con più di mille moschee, dove convivevano religiose e razze differenti fin da quando il suo nome era Costantinopoli.

Ideato dall’Associazione d’arte e cultura Leon Battista Alberti, la riflessione orientalistica coinvolge studenti e docenti dell’area metropolitana torinese in un iter educativo per promuovere la prevenzione del terrorismo, focalizzando l’attenzione sulle radici culturali, sociali e psicologiche del fenomeno. Per esempio: dire che Maometto ha scritto il Corano è una bestemmia. Il libro sacro dell'Islam è stato scritto da Allah. Ma da Charlie Hebdo in poi Maometto è intoccabile, anche se era semplicemente un profeta che ha parlato con lingua divina. In termini occidentali su di lui è scesa la rivelazione.

E' in fase di organizzazione un seminario sull’Islam e le sue radicalizzazioni, da fare tenere a docenti non sospetti.

Perché, come dice Mauro Laus,volto a migliorare la società:Il percorso formativo ha colto l’attualità sociale di un mondo senza più confini, in particolare sul terreno della prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione che si possono verificare con l’avvento di una società multiculturale”.