L'ex bianconero Simone Pepe, intervistato da 'Il posticipo', ha raccontato dei suoi trascorsi con la nazionale e con la Juventus e del suo nuovo lavoro di procuratore. Il centrocampista di Albano Laziale ha iniziato la sua chiacchierata parlando dell'approdo all'Udinese, per lui prima vetrina del calcio che conta. Il Mondiale del 2010 è stato una grande delusione, ma dell'Italia che aveva vinto la competizione nel 2006 erano rimasti solo 6 o 7 giocatori, mentre gli altri 'eravamo giovani e con poca esperienza', ha detto Pepe.

Lo sbarco all'ombra della Mole

Nella stagione 2010-2011 Pepe venne acquistato alla Juventus e qui trovò in panchina Del Neri. Fu un'annata di transizione per la Vecchia Signora che stava risorgendo dalle macerie di 'Calciopoli'. C'erano molti giovani come Bonucci, proveniente dal Bari e lo stesso Simone Pepe prelevato dall'Udinese. I nuovi tesserati hanno sentito il peso della maglia. "Nelle altre società le sconfitte sono più tollerate, mentre tra i bianconeri non sono giustificate", ha detto. Quell'anno la squadra, anche a causa dell'infortunio di Quagliarella, scivolò dal secondo fino al settimo posto. L'arrivo di Antonio Conte nel 2011 ha portato ad una svolta nell'ambiente che il tecnico pugliese conosceva bene dopo averlo frequentato per 15 anni.

Conte ha saputo toccare i tasti giusti per iniziare il ciclo vincente della Juve. Al suo primo anno la società aveva acquistato Vucinic, Pirlo e Lichtsteiner, i quali come gli altri dovevano guadagnarsi la titolarità con il duro lavoro: "nessuno aveva il posto garantito", ricorda Pepe. L'addio dell'allenatore nel 2014 è stato un fulmine a ciel sereno, ma la società ha individuato l'uomo giusto in Massimiliano Allegri e non ha sbagliato perché, alla prima annata con l'allenatore toscano in panchina, la Juventus ha vinto scudetto, Coppa Italia ed ha conquistato la finale di Champions League.

La sconfitta di Berlino, nei ricordi di Pepe, fu un dramma anche se rimediata contro l'esperto Barcellona. "Anche gente navigata come Pirlo e Tevez sono rimasti svegli ed insonni tutta la notte a causa di quel dispiacere", ricorda. L'estate successiva, Simone Pepe ha lasciato la Vecchia Signora. "Andare via dalla Juve è difficile, ci vorresti restare a vita perché vinci, ti togli tante soddisfazioni e giochi al top".

Il rimpianto di Simone

Il rammarico del giocatore è quello non aver potuto dare di più alla squadra a causa di una lunga serie di infortuni che hanno pregiudicato le sue stagioni a Torino. Simone Pepe ammette di essere migliorato grazie ai campioni con cui ha giocato e si è allenato alla Juve. Ha poi voluto spezzare una lancia in favore del suo ex club e contro coloro che lo criticano perché "vincente solo in Italia". L'ex centrocampista sottolinea che "la gente non sa quanto sia difficile conquistare trofei in qualsiasi serie, anche quelle minori". Relativamente alla Juve, Pepe evidenzia che "avendo perso due finali di Champions League in cinque anni si è creata una sorta di ossessione, poi adesso il cammino si è complicato per la sconfitta rimediata contro l'Atletico, ma ci sono ancora i presupposti per ribaltare il risultato, nonostante i colchoneros abbiano uno dei punti di forza proprio nella difesa". Dopo il suo addio al calcio, Pepe ha scelto di fare il procuratore e di dedicarsi al golf, la sua passione dopo il calcio.