L'attesa sentenza sul caso tamponi che ha coinvolto la Lazio è arrivata. Il club biancoceleste era stato accusato dalla Procura della Figc per non aver rispettato i protocolli anti-Covid. Il Tribunale federale ha deciso di punire il presidente Claudio Lotito con sette mesi di inibizione, mentre la squalifica è di un anno per i due medici sociali Ivo Pulcini e Fabio Rodia. La società Lazio è stata inoltre sanzionata con una multa da 150.000 euro, senza ricevere alcun punto di penalizzazione nella classifica di Serie A. Si tratta del verdetto di primo grado.
E il club biancoceleste ha già annunciato che procederà in appello.
Comunicato 26.03.2021
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— S.S.Lazio (@OfficialSSLazio) March 26, 2021
L'accusa
I fatti della vicenda risalgono allo scorso autunno. La Lazio era infatti stata accusata dal capo della Procura federale, Giuseppe Chinè di mancanza di rispetto delle normative vigenti per prevenire il Coronavirus. In particolar modo, il club biancoceleste non aveva comunicato con le Asl né messo in isolamento i propri giocatori risultati contagiati. Si tratta di otto giocatori positivi ai tamponi Uefa svolti nei giorni di due sfide di Champions League: il 28 ottobre con il Bruges e il 4 novembre scorso contro lo Zenit San Pietroburgo.
Prima della gara di Serie A del 1° novembre con il Torino, la Lazio non aveva comunicato con le Asl di competenza né isolato altri tre giocatori risultati positivi ai tamponi Uefa: Ciro Immobile, Lucas Leiva e Thomas Strakosha. Inoltre, il club biancoceleste aveva inserito un giocatore contagiato, Djavan Anderson, nella distinta della sfida di campionato contro la Juventus dell'8 novembre scorso.
Per tutte queste accuse erano così arrivati i deferimenti al presidente Lotito e ai due medici sociali Pulcini e Rodia.
La sentenza
Il Torino, avversario della Lazio nella gara di campionato del 1° novembre, aveva chiesto di costituirsi come terza parte interessata, ma il Tribunale federale, presieduto da Cesare Mastrocola, non ha acconsentito e così la società di Urbano Cairo non ha potuto presenziare al dibattimento e non potrà chiedere la vittoria a tavolino per 3-0.
La richiesta della Procura era di 13 mesi e 10 giorni di inibizione a Lotito e 16 ai medici Pulcini e Rodia, così come di una multa da 200.000 euro alla Lazio.
I giudici hanno deciso di comminare sanzioni più lievi, tali da permettere al presidente biancoceleste di rimanere consigliere federale di Serie A. Ruolo che infatti non avrebbe potuto più coprire se avesse raggiunto e superato i 12 mesi di squalifica negli ultimi dieci anni. Lotito aveva già scontato due mesi nel 2012 per operazioni di mercato irregolari. Se si pensava a una sanzione più pesante nei confronti della Lazio, nella difesa il club biancoceleste ha fatto valere anche la presenza di vuoti normativi nel protocollo anti-Covid della Figc.
Il seguito
Questo verdetto di primo grado sulla vicenda tamponi poteva di certo essere più grave, con una penalità di punti in classifica per la Lazio. Invece, gli argomenti messi in campo dalla società di Lotito hanno fatto sì che l'assenza di comunicazioni alle Asl e i comportamenti in caso di positività venissero sanzionati solo con una multa al club. La Lazio ora impugnerà in appello questa sentenza di primo grado.
Intanto, lunedì 29 marzo la Corte Sportiva d'Appello ci farà sapere se e quando verrà recuperata la partita Lazio-Torino dello scorso 2 marzo. Se così fosse, ai biancocelesti resteranno così da giocare ancora 11 partite di campionato negli ultimi due mesi decisivi della stagione. Dopo l'eliminazione agli ottavi di finale di Champions League patita dal Bayern Monaco, la squadra di Simone Inzaghi è al momento settima in classifica con 49 punti, a -6 dal quarto posto.