Un tablet, requisito in casa del giovane pilota che lo scorso 24 aprile ha fatto schiantare il volo Germanwings 9525 sulle Alpi francesi, fornisce nuove sconcertanti rivelazioni, fondamentali per ricostruire le vicende che hanno portato alla tragica fine di 150 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio. Gli inquirenti tedeschi spiegano che, nei giorni che hanno preceduto la strage, Andreas Lubitz aveva digitato online delle chiavi di ricerca molto particolari: metodi per suicidarsi e informazioni sulle porte di sicurezza delle cabine di pilotaggio.

Nessun dubbio sul fatto che Lubitz fosse cosciente durante la pericolosa discesa del volo Barcellona-Dusseldorf: Brice Robin, procuratore di Marsiglia che si occupa della parte francese dell'indagine, ha dichiarato in conferenza stampa che il copilota, avendo "azionato due volte i comandi per evitare un'allerta" era sicuramente cosciente mentre il velivolo stava perdendo quota.

Novità: seconda scatola nera e DNA passeggeri

Sul luogo dell'impatto, le montagne vicino Barcellonette, è stata rinvenuta la seconda scatola nera del A320. Le condizioni non sarebbero eccellenti ma la procura francese fa sapere di aver fiducia che i dati di volo possano essere recuperabili. Il nuovo reperto potrebbe essere decisivo per far luce su cosa sia accaduto esattamente a bordo dell'Airbus Germanwings durante i 9 minuti che hanno preceduto l'impatto.

I dati che riguardano le azioni dei piloti in quel lasso di tempo fugheranno ogni dubbio sul fatto che un solo pilota abbia agito nella cabina di pilotaggio. Sarebbe la conferma di quanto già emerso dall'analisi della prima scatola nera: le prime ricostruzioni suggerivano infatti che il comandante, allontanatosi dalla cabina, avesse poi tentato di rientrarvi senza successo, urlando contro il collega barricatosi al suo interno e tentando di sfondare la porta con un non ancora identificato oggetto pesante.

Il procuratore Brice Robin fa anche sapere che in loco sono stati recuperati i 150 profili del DNA appartenenti alle vittime, ma per l'identificazione attraverso comparazione con i familiari saranno ancora necessarie dalle 3 alle 4 settimane.

Il video del mistero

Nulla di certo ancora per quanto riguarda il famigerato video di cui avevano parlato nei giorni scorsi i giornalisti di Paris Match e Bild.

Il video, secondo quanti l'avrebbero visionato, mostrerebbe immagini confuse ma delle voci inequivocabilmente consce di quanto stava accadendo. Le due testate confermano di essere certe della propria fonte, la quale sarebbe "vicina al gruppo degli inquirenti", eppure gli stessi inquirenti francesi hanno negato la notizia: sarebbero stati rinvenuti 40 cellulari in pessime condizioni, ha spiegato Robin, aggiungendo che chiunque fosse realmente in possesso di una testimonianza simile dovrebbe farla avere "senza indugi agli inquirenti perché faccia parte dell'inchiesta".