In un momento nel quale non giungono sensibili novità dal fronte giudiziario abbiamo ritenuto opportuno fare un passo indietro e provare ad analizzare le ultime news sugli omicidi di Elena Ceste e Yara Gambirasio alla luce di riflettori differenti da quelli canonici. Giusto per riconnettere le fila del discorso, i due indiziati numero uno sono Michele Buoninconti, marito di Elena che andrà presto a processo con il rito immediato come disposto dal gip di Asti Giacomo Marson, e Massimo Giuseppe Bossetti, il 44enne muratore di Mapello che a processo ci andrà il prossimo 3 luglio con la procedura canonica.

L'ultimo interessante sviluppo su questa vicenda è giunta dai tecnici informatici che hanno lavorato al caso i quali hanno rivelato che il cellulare di Yara è stata violato. Qualcuno ha eluso il codice che la ragazzina di Brembate di Sopra aveva impostato per tutelare gli ormai famosi 79 contatti della rubrica riuscendo a cancellare il 31°. Presumibilmente opera dell'assassino che si suppone abbia cancellato il proprio numero per far perdere le tracce di se. Due elementi accomunano i due casi: la certezza presso che assoluta da parte delle due procure competenti che i colpevoli siano già dietro le sbarre e l'utilizzo delle intercettazioni 'rubate' in carcere durante i colloqui che i due sospettati intrattenevano ora con la famiglia ora con i propri amici.

Per lo meno i pochi che vanno a trovarli in galera. Concentriamoci su quest'ultimo punto.

Notizie e ultime novità Elena Ceste e Yara Gambirasio: colloqui e intercettazioni, giustizialismo e ricerca della verità

L'idea di affrontare questo aspetto ci è venuta dalla lettura di un interessante pezzo a cura del collega Ermes Antonucci comparso oggi sull'edizione online del Foglio. 'Il format dei colloqui in carcere è un'esclusiva nostrana, la nuova frontiera del vouyerismo mediatico-giustizialista, difficilmente esportabile, ma che di certo non si fermerà a narrare le futili conversazioni tra Massimo Bossetti e consorte, visti gli alti ascolti di cui può godere'. Più che esplicito il pensiero di Antonucci, che tralasciando le ultime news sull'omicidio di Yara Gambirasio si è concentrato sull'aspetto legato all'utilizzo delle intercettazioni. Fanno notizia e dunque vanno utilizzate, questo il senso. 'Per mantenere l'attenzione dei telespettatori ci sono anche i sottotitoli, 'Se veramente hai fatto qualcosa, voglio che me lo dici adesso'. Bossetti non risponde, ed è subito scoop. Il nulla che diventa oggetto di masturbazione forcaiola collettiva' tuona in un passaggio Antonucci, evidentemente critico contro quella parte di opinione pubblica e media che pur di gridare allo scandalo strumentalizza ogni parola, espressione o gesto.



Sebbene le ultime news sugli omicidi di Yara Gambirasio ed Elena Ceste ci portino a supporre che Massimo Bossetti e Michele Buoninconti siano colpevoli (non lo diciamo noi ma le Procure di Bergamo e Asti) appare scontato appoggiare un passaggio del pensiero di Antonucci. Strumentalizzare le parole di un uomo in difficoltà che si sente per lo più protetto dal momento che sta conversando con un amico o un parente è sbagliato. Però è proprio questo senso di sicurezza, a nostro avviso, la chiave di tutto. Se non sai di essere ascoltato tendi a dire più facilmente la verità. Fino a che punto allora è giusto spingersi per risolvere crimini di questa portata? Sino a quello in cui la corda non si spezza diciamo noi. Il discorso è valido anche per il caso Ceste, dove quasi ogni prova contro il Buoninconti si fonda su delle sue affermazioni intercettate. Sul punto vorremmo coinvolgervi. Ritenete che sia corretto utilizzare le intercettazioni limitandone ovviamente l'utilizzo o ritenete a priori scorretto mettere in piazza il contenuto di un colloquio comunque privato? Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto!