Non bastano le parole di soddisfazione da parte delle istituzioni italiane per l'inizio della nuova avventura rappresentata dall'Expo di Milano, Renzi in primis, e di quelle del Papa, che si fa portavoce della gente che soffre la fame nel mondo. Non bastano le frecce tricolori a solcare il cielo. Non basta nemmeno l'inno di Mameli cantato dai ragazzi per l'occasione. Niente di tutto ciò può far passare in secondo piano quanto accaduto a Milano, quando dal gruppo di manifestanti No Expo si è distaccato un numeroso corpo di black bloc che ha distrutto tutto ciò che ha trovato lungo la propria strada.
Tra entusiasmo ed indignazione
La mattina dell'inaugurazione dell'Esposizione Universale, 109 anni dopo l'ultima a Milano, era iniziata con le migliori premesse. Si sono presentate le principali istituzioni, a partire dal premier Renzi, il quale ha espresso la sua fiducia per un progetto che sembrava non doversi più realizzare, visti gli scandali che lo hanno interessato, e che invece rappresenta la volontà dell'Italia di sfruttare questa vetrina mondiale per rialzarsi e creare un evento che possa fare da traino anche per la ripresa economica, aggiungendo però quanto ancora ci sia da fare nei prossimi mesi per completare quanto finora fatto. A ciò si affiancano anche le parole di Papa Francesco, che spera come l'Expo possa fare luce e porre soluzione all'incredibile disuguaglianza in termini di alimentazione a livello planetario.
L'altro lato della medaglia è rappresentato dalle manifestazioni anti-expo sviluppatesi al di fuori e intorno l'impianto. Già nei giorni precedenti all'apertura, le forze dell'ordine avevano fermato alcuni manifestanti e sequestrato del materiale pericoloso. Probabilmente, era nell'aria da diversi mesi quello che sarebbe successo all'inaugurazione dell'Expo, eppure, sembrano incredibili le immagini che vengono trasmesse.
Milano è letteralmente posta sotto assedio da numerosi black bloc che, con furia, distruggono e sfasciano quello che trovano sulla strada, cercando ripetutamente lo scontro con la polizia. In poco tempo le strade del centro di Milano si trasformano in uno scenario di guerriglia urbana, con questi pseudo-manifestanti che tentano a più riprese di sfondare la linea che i poliziotti hanno costituito per non permettere alla marea nera di giungere nelle zone di Piazza Duomo e del teatro "La Scala".
Riesce difficile comprendere, aldilà degli scopi ufficiali che vengono vagamente espressi, quali siano le reali intenzioni di costoro i quali, nel distruggere una vetrina di un qualsiasi commerciante, nello sfondare le porte d'ingresso di una concessionaria, nel dare fuoco ad auto o banche, non rendono agevole intuire le finalità di tali azioni alla luce di una manifestazione, che, per quanto possa avere dei limiti, resta un'occasione per sensibilizzare un tema più che mai delicato ed importante, che pone l'attenzione su ciò che molto spesso viene ignorato. Almeno, questa volta nessuno potrà dare avvio alla "caccia allo straniero", visto che tra coloro che sono stati fermati ci sono diversi italiani. Non proprio una consolazione.