E' stato un venerdì pomeriggio intenso quello vissuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattattarella, a Caltanissetta. Il Capo dello Stato, che ha partecipato alla commemorazione dei magistrati Antonino Saetta e Rosario Livatino al Palagiustizia, è stato accolto dal Prefetto Maria Teresa Cucinotta. Presenti anche il Procuratore generale di Caltanissetta, Sergio Lari, il Presidente della Corte d'Appello nissena, Salvatore Cardinale, il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone.
Crocetta: "Battaglia contro la mafia al centro del mandato di Mattarella"
Il Procuratore generale Lari ha sottolineato l'importanza della visita del Presidente della Repubblica per la città di Caltanissetta, proprio nel momento in cui si discute dell'abolizione del distretto di Corte d'Appello. Qui si celebrano processi di una certa rilevanza, come quelli relativi alle stragi di Capaci e via D'Amelio. Conversando con i cronisti, il presidente della Regione, Crocetta, ha detto: "Una visita che fa onore alla Sicilia. Mattarella è un presidente che ha messo al centro della sua vita la battaglia contro la mafia, ponendola anche al centro del suo mandato". Crocetta ha aggiunto: "Oggi ricordiamo magistrati e appartenenti alle forze dell'ordine che sono morti facendo il proprio dovere.
Eroi della Sicilia. Dobbiamo essere riconoscenti a chi ha dato la propria vita per la libertà degli altri".
'Omaggio a chi lavorando è morto e ai bambini sfruttati'
Lasciato il Palazzo di Giustizia, senza rilasciare alcuna dichiarazione alla stampa, il presidente Mattarella ha raggiunto il "Cimitero dei Carusi" di Gessolungo.
Deposta una corona di fiori nell'area dedicata alle vittime delle miniere di zolfo del cuore della Sicilia, in particolare a quei ragazzi tra gli otto e i quattordici anni deceduti nella tragedia del novembre 1881 (in nove rimasti senza un nome), Mattarella ha reso omaggio "a chi lavorando è morto e ai bambini sfruttati", lasciando un messaggio: “Per sottolineare la loro dignità”.