Si complicano non poco le indagini sulla tragica morte della tredicenne Yara Gambirasio, che secondo la pubblica accusa sarebbe stata uccisa dal carpentiere di Mapello Massimo Bossetti, attualmente detenuto e a processo. Dopo il rilevamento di una macchia di sangue riconducibile all'insegnante di ginnastica Silvia Brena su un polsino di Yara Gambirasio arriva un'altra novità, in quanto secondo il noto periodico "Oggi" era presente un altro furgone nella zona e nell'ora in cui è scomparsa la giovane, in seguito trovata morta nel campo di Chignolo.

Massimo Bossetti si è costantemente dichiarato non colpevole. Sua moglie lo appoggia. In televisione ha detto di considerarlo incapace di commettere un atto simile. I legali dell'uomo hanno sempre contestato i rilievi eseguiti sul dna che ha portato all'arresto del sospettato.

Un altro individuo sospetto

Ora però, scrive "Oggi", spunta il nome di un secondo uomo che è ben noto in Paese. Guida un furgone identico a quello di Bossetti. Ciò che è importante sottolineare è che questa persona in passato ha mostrato scarsa educazione, facendo pesanti apprezzamenti all'indirizzo delle allieve della palestra di ginnastica che è l'ultimo posto dove Yara Gambirasio è stata vista prima della sua scomparsa.

L'uomo avrebbe un alibi. Il ritrovamento delle tracce ematiche di Silvia Brena ha tuttavia modificato notevolmente lo scenario investigativo a vantaggio di Massimo Bossetti e a questo punto ci sono molti aspetti di questa lunga inchiesta da approfondire.

Le interviste

In questi giorni sono sorte alcune polemiche in quanto alcuni programmi televisivi e alcune riviste che hanno ospitato o intervistato Marita Comi avrebbero corrisposto dei compensi, come emerge da alcune intercettazioni relative ai colloqui in carcere tra i due coniugi.

La Comi avrebbe fatto notare a Bossetti di avere avuto una trattentuta fiscale sul compenso pari a 8mila Euro. Va precisato, per dovere di cronaca, che la donna non si sarebbe dimostrata entusiasta di dover sostenere queste interviste, anche in considerazione del momento delicato attraversato dalla famiglia dopo l'arresto del marito, accusato del turpe delitto. Il giallo legato alla morte di Yara continua.