'Perchè non posso andare a scuola con i miei amichetti?' Questa la domanda che si pone un bimbo di soli otto anni che frequenta la classe terza elementare di una Scuola di Nuoro: una classe molto particolare perchè Francesco, questo il suo nome, è rimasto l'unico iscritto.
Da quindici giorni continua a piangere e a ripetere ai suoi genitori di non voler più andare a scuola: è diventato triste, lui bambino timido ma studioso.
Nuoro, Francesco, otto anni, bimbo rimasto solo in classe
La notizia, riportata dal quotidiano 'La Stampa' di Torino, racconta la storia grottesca e paradossale di una classe che, all'inizio dell'anno, contava quindici alunni, tra i quali un bambino particolarmente vivace.
I genitori dei suoi compagni hanno protestato per la situazione difficile che si era venuta a creare in classe e molti di loro hanno chiesto il trasferimento dei loro figli. Nel mese di gennaio, i bimbi rimasti erano soltanto cinque, ma ora Francesco è rimasto solo perchè anche gli altri se ne sono andati, compreso il ragazzino vivace, che è stato ritirato dalla scuola.
I genitori di Francesco spiegano che, in un primo momento, hanno deciso di far rimanere il figlio in classe anche per 'aiutare' il compagnetto 'difficile', ma ora, come facilmente comprensibile, vorrebbero spostarlo nell'unica scuola dove sarebbe possibile farlo: 'Il fatto è che la preside è la stessa della scuola attuale' ha spiegato il papà di Francesco 'e in modo inspiegabile non sta permettendo questo trasferimento'.
I genitori di Francesco contro la preside: 'Non ci permette il trasferimento'
Così, i genitori del bimbo si sono rivolti ad un avvocato e hanno immediatamente chiesto l'intervento della Direzione scolastica regionale anche perchè la dirigente difende strenuamente la propria posizione, affermando che non è tenuta a raccontare quello che succede all'interno dell'istituto: anzi, i bidelli hanno ricevuto l'ordine di non far entrare nessuno all'interno dell'istituto.
Una situazione, questa, che nuoce soprattutto a Francesco: lui vorrebbe solamente vivere la propria esperienza scolastica come tutti gli altri bambini e di questo pasticcio non gli importa assolutamente nulla.