Ancora un caso di cronaca che porta la firma di uomini violenti e della follia legata all'estremismo islamico. Distesa per terra, sanguinante e con varie ferite: è cosi che gli agenti di polizia, a Modena, hanno trovato unadonna vittima di violenza. Il marito, un magrebino quarantenne, l'ha ridotta in quello stato dopo averla picchiata con lacatena di una bicicletta,inneggiando ad Allah come sono soliti fare i terroristi dell'Isis. Naturalmente, il drammatico episodio ha seminato il panico nel quartiere modenese in cui si è verificato, sotto gli occhi impietriti e spaventati dei presenti, che non hanno potuto fare altro che chiamare immediatamente la Polizia di Stato.

Ancora donne vittime di violenza

Non gli è bastato discutere, ha dovuto a tutti i costi armarsi di catena per far capire a sua moglie chi comanda: è così che è stato commesso l'ennesimo atto di violenza nei confronti di una donna,che solo grazie all'immediato arrivo degli agenti di polizia è riuscita a mettersi in salvo. Il marito, un quarantenne di origine magrebina, ha iniziato a rincorrere la moglie brandendo la catena di una bicicletta,infliggendole varie ferite e inneggiando Allah, come sono soliti fare i guerriglieri dell'Isis.La scena è stata ripresa da numerosi testimoni, soprattutto al momento dell'arresto del violento musulmano da parte dei poliziotti.

Allah è grande: colpi di catena alla moglie

Si trattava di una catena in ferro, di quelle usate per legare le biciclette. L'episodio che ha visto in pericolo di vita una donna, minacciata e aggredita dal marito straniero, si è verificato a Modena, nei pressi di viale Moreali, in una strada senza uscita nelle vicinanze del Policlinico della città emiliana.

Dopo aver rincorso la moglie, cercando di ucciderla a colpi di catena, il magrebino ha dovuto fare i conti con le volanti della Polizia di Stato che sono intervenute sul posto.

Gli agenti sono riusciti a trarre in salvo la donna,e hanno immediatamente bloccato l'aggressore,disarmandolo e prendendolo di peso per farlo salire a bordo dell'auto della volante. Anche dopo essere stato arrestato, il magrebino ha continuato ad urlare "Allah Akbar", ossia "Allah è grande", il grido di battagli dei terroristi islamici.