Nelle ultime settimane si è parlato molto delle rivelazioni che Wikileaks ha fatto sul conto della candidata democratica Hillary Clinton e del Partito Democratico statunitense in generale.
L'organizzazione ha reso noto diversi documentie email che hanno fatto scandalo negli USA, suscitando non poca perplessità e tensione all'interno del partito.
La campagna di Wikileaks è stata criticata e alcuni analisti e personaggi politici di orientamento democratico e/o liberalhanno accusato l'organizzazione e Julian Assange di essere diventati uno "strumento" della propaganda governativa della Russia di Putin.
L'attacco del New York Times ad Assange
Le voci e le accuse di legami filo-russi di Assange sinora sono state tematiche affrontate principalmente nei blog o nei forum di Internet, ma dalla pubblicazione di un recentissimo articolo del New York Timesla controversia è diventata mainstream.
Difatti, il quotidiano di orientamento liberal è stato protagonista di un duro attacco ad Assange per via di un articolo che sostiene che lo stesso giornalista e Wikileaks stiano, magari "inconsapevolmente", facendo "comodo" all'agenda politica e geopolitica della Russia di Putin.
Nell'articolo del Nyt si sostiene che l'organizzazione è stata alquanto tenera con la Russia e che "la Russiaspesso trae beneficio quando Julian Assange rivela i segreti dell'Occidente".
Inoltre, nello stesso articolo si parla di frequente "comunanza" di interessi e vedute tra Wikileaks e il governo russo, anche se viene detto che non vi sono prove di eventuali o presunti contatti tra Assange e i servizi segreti russi.
La risposta di Assange: 'La Clinton ha creato un'isteria contro la Russia'
La risposta del fondatore di Wikileaks non si è fatta attendere ed è arrivata proprio grazie a un'intervista con lo stesso New York Times.
Sulla "questione russa", Assange si è difeso sostenendo che la sua organizzazione non è a priori contro nessuno stato e che la corruzione del governo russo è "una storia vecchia" e che "tutti la criticano, è noioso".
Inoltre, Assange ha criticato duramente la Clinton e i democratici sostenendo che essi stanno fomentando una campagna politica "isterica" contro la Russia, aggiungendo che essa sarebbe in "stile neomaccartista".