Gli abitanti di gorino, piccola frazione di 600 anime di Goro, in provincia di Ferrara, ieri sono scesi dalle barricate per festeggiare il mancato arrivo in paese di dodici giovani donne provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio e Sierra Leone per sfuggire a guerre e violenze. Gli italiani si sono subito spaccati tra chi appoggia la protesta dei gorinesi perché teme un’invasione di migranti e chi li taccia di razzismo. Anche la Politica è costretta a prendere posizione. Matteo Renzi cerca di barcamenarsi tra dovere dell’accoglienza e necessità di non perdere i favori della popolazione inferocita a poco più di un mese dal referendum costituzionale.

Salvini, invece, sposa in toto la causa di Gorino. Ma le proteste anti migranti rischiano di allargarsi a macchia d’olio: i casi di Firenze, Fiumicino, Recoaro e della radical chic Capalbio.

Il questore di Ferrara parla di ‘protesta di popolo’

Ciò che del caso Gorino più spaventa i Palazzi del Potere è il fatto che, come ha dichiarato il questore di Ferrara Antonio Sbordone, “si è trattato davvero di una protesta di popolo” perché “l’apporto di persone venute da fuori, o di militanti politici, non è stato determinante”. Insomma, secondo Sbordone, i nodi di una immigrazione completamente fuori dal controllo delle autorità stanno venendo al pettine. Di fronte a questa situazione drammatica il premier Renzi, sempre a caccia di voti per il referendum, non può fare altro che oscillare come un pendolo tra destra e sinistra.

Renzi mostra un atteggiamento “di comprensione ma non di condivisione” rispetto alle rivendicazioni barricadere dei gorinesi, preoccupati “per le notizie di nuovi arrivi”, ma, allo stesso tempo, la butta sul sentimentalismo antirazzista: “L’Italia che conosco io li accoglie”.

Non ha certo queste fregole diplomatiche il leader della Lega Nord Matteo Salvini che già ieri, a caldo su twitter, ne ha approfittato per ribadire la sua posizione anti migranti.

“Gorino, Ferrara - twitta ‘l’altro Matteo’ - Il video dei cittadini che resistono all’invasione targata Renzi e Pd. Io sto con loro!”. Più istituzionali le proteste della destra ex fascista che, con Giorgia Meloni e Gianni Alemanno, chiede le dimissioni del prefetto Mario Morcone, responsabile Immigrazione del ministero dell’Interno.

Naturalmente agli antipodi rispetto alla xenofobia destrorsa il pensiero dell’ex ministra Cecile Kyenge convinta che a salire sulle barricate di Gorino sia stata una “minoranza impaurita” fomentata “per ragioni di lucro politico elettorale”.

Non solo Gorino, anche Firenze e Capalbio

Lo stato italiano, assente sulla questione migranti, rischia ora di trovarsi a fronteggiare una rivolta estesa a macchia d’olio in tutto lo Stivale. Segnali in questo senso sono già arrivati da Firenze, dove il sindaco Dario Nardella a chiesto al prefetto di “non inviare ulteriori richiedenti asilo sul territorio toscano”. Sempre in Toscana, da segnalare i casi delle ricche Capalbio e Pietrasanta, scese sul sentiero di guerra la scorsa estate contro poche decine di migranti. Abitanti in strada anche a Fiumicino (Rm) e a Recoaro (Vi). Proteste, poi, anche a Carrù (Cn), a Cavallasca (Co), a San Nicola La Strada (Ce) e ad Atessa (Ch).