Ottobre si rivela ancora una volta un mese particolarmente propizio agli affari dell'eterna famiglia berlusconi, unita nel destino e nel tempo non solo dal sangue, ma anche dalle decisioni della Corte di cassazione che a distanza di 15 anni dalla famosa assoluzione che interessò l'ex premier Silvio Berlusconi, sollevato definitivamente nel 2001 dall'accusa di aver pagato tangenti ad esponenti della Guardia di Finanza collegati al caso "Fininvest", è di nuovo intervenuta positivamente negli affari della casata questa volta in favore dell'erede dell'impero Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, prosciolto ieri insieme al presidente dell'emittente Fedele Confalonieri dall'accusa di frode fiscale ed appropriazione indebita.
La Storia si ripete
Le due sentenze di assoluzione sono giunte a distanza di un solo giorno l'una dall'altra, ma divise da 15 anni di inchieste e presunti scandali mediatici che hanno interessato tanto Silvio Berlusconi quanto il figlio Pier Silvio, invischiato negli stessi affari di compravendita di diritti tv “gonfiati” che già in passato costarono all'immagine Mediaset molto più che i quattro anni di frode fiscale a cui fu condannata. Prima di ieri, il cognome era già tornato in aula nei panni del più giovane vicepresidente Pier Silvio, condannato in secondo grado ad un anno e due mesi dopo l'iniziale l'assoluzione del 2014, ma in serata la Cassazione ha ribaltato le precedenti sentenze pronunciandosi in favore del rampollo Berlusconi e Fedele Confalonieri, entrambi definitivamente scagionati dall'illecito illustrato dal pm Fabio di Paquale come "un sistema di frode sistematicamente e scientificamente attuato dalla metà degli anni ottanta a cui Silvio Berlusconi non riusciva a sottrarsi e che Fedele Confalonieri ha tollerato per anni".
La rivincita dei Berlusconi
La stessa Cassazione che ora apre la strada a Berlusconi jr. e soci verso il recupero dei fondi sequestrati dalla Svizzera all'inizio del 2005 fu la stessa che restituì il sorriso a Silvio Berlusconi nel lontano 2001, anno in cui l'allora premier uscì vittorioso dal processo iniziato con lo scandalo emerso nel 1994 delle cosiddette“Fiamme Sporche”, sentenza annullata dalla Corte Suprema, ma che condannava inizialmente Berlusconi a due anni e nove mesi di reclusione per concorso in corruzione con i dirigenti della "Fininvest", accusati di aver versato circa 380 milioni di lire ai finanzieri, scagionati poi in appello, incaricati di svolgere accertamenti di natura fiscale su alcune società del gruppo.
Tuttavia, fu proprio questo scandalo ad aprire la crepa nel primo governo Berlusconi, e se per il Senior l'assoluzione significò l'argine di un declino, per suo figlio e l'impero mediatico lasciatogli in eredità significa 148 milioni di dollari e la fedina penale pulita.