Ancora il dramma del lavoro in Italia. Questa volta non è stata la disoccupazione a scatenare l’estremo gesto di due coniugi ma la disperazione.
La tragedia si è consumata nel quartiere Chivazza di Biella. Il doppio suicidio ha coinvolto una coppia che come professione svolgeva quella della vendita ambulante. Sono stati proprio loro due, tramite dei messaggi lasciati prima di togliersi la vita, a spiegare il perché della loro decisione.
Il Lavoro al mercato, pare non fosse più sufficiente per il sostentamento della coppia, che ha chiesto di essere perdonata, e di essere sul lastrico.
La villetta in cui l'uomo e la donna abitavano, pare fosse in vendita da due anni. Il sogno dei due era quella di poter andare in Toscana per la pensione. La vita della coppia, a detta dei vicini, era stata segnata da un furto avvenuto alcuni anni prima che aveva lasciato profondi strascichi soprattutto nella donna.
A dare l’allarme è stato il gestore dell’autorimessa dove i due custodivano il proprio mezzo. Il fatto che il camion non venisse mosso da giorni aveva insospettito l’uomo che ha allertato i soccorsi.
Le difficoltà di una categoria inascoltata
Il gesto dei coniugi biellesi si inserisce nella scia di una serie di problematiche sta investendo la categoria dei commercianti ambulanti in Italia.
L’ultima in ordine cronologico è la famigerata direttiva Bolkstein che obbliga i comuni a mettere al bando le postazioni di vendita che oggi sono fisse per gli operatori commerciali che hanno diritto.
Ma gli ambulanti, che in sostanza sono nient’altro che piccoli esercenti, devono fare i conti con un mercato del lavoro che li sacrifica in favore della grande distribuzione selvaggia, della pressione fiscale che ha raggiunto livelli insostenibili per dei piccoli imprenditori, tra questi naturalmente il continuo spettro dell’aumento dell’ IVA, senza dimenticare la lotta continua contro l’abusivismo e la contraffazione che danneggia in maniera sempre maggiore una categoria che è indiscutibilmente, e da troppo tempo, in grande difficoltà.